HomeCasaPulizia AbbigliamentoQuando e come lavare l'accappatoio a seconda del materiale

Quando e come lavare l’accappatoio a seconda del materiale

Sapere quando e come lavare l’accappatoio è fondamentale per motivi igienici, di comfort e di estetica e adesso ti spiego come fare per poterlo indossare sempre pulito, morbido e profumato e per farlo durare a lungo come se fosse nuovo.

Infatti questo indumento, di uso comune in Italia a partire dagli anni Settanta e indispensabile in casa, in albergo, in palestra, in piscina, nei percorsi di benessere e in quelli idroterapici, va lavato regolarmente.

Infatti l’accappatoio è inevitabilmente un ricettacolo di residui di pelle morta e di secrezioni corporee e, entrando in contatto con umidità e calore, costituisce, al pari dei teli che si usano in spiaggia, l’habitat ideale di microbi e funghi.

Bisogna, però, effettuarne il lavaggio correttamente a seconda del materiale in cui è fatto per evitare che diventi rigido e ruvido, diminuisca la sua capacità asciugante, perda l’originaria forma e la brillantezza dei colori, ingrigisca o ingiallisca e assuma odori sgradevoli.

Quando lavare l’accappatoio

Ogni quanto è necessario lavare l’accappatoio è un dubbio amletico che ci si pone spesso davanti al cesto del bucato.

Sebbene i più intransigenti sostengano che occorre effettuarne il lavaggio dopo ogni uso, la maggior parte delle persone lo fa una volta alla settimana, ma anche in questo in medio stat virtus .

Il microbiologo Philip Tierno, professore presso la New York University School of Medicine con 35 anni di esperienza e famoso per i suoi studi sulla “ sindrome del letto malato” , consiglia di lavare l’accappatoio dopo 3-4 utilizzi.

Non bisogna, però, seguire tale suggerimento come se fosse una regola precisa e valida sempre e per tutti, poiché occorre anche tener conto delle stagioni e delle proprie abitudini personali e usare il buonsenso per evitare di effettuare lavaggi non necessari e poco sostenibili per l’ambiente e per…il portafoglio.

Anche se quando fa caldo succede spesso di fare varie docce nel giro delle 24 ore per alleviare il senso di calura, non sarà necessario cambiare l’accappatoio ogni giorno (pur avendolo utilizzato più volte) se lo si espone all’aria per asciugarlo.

Se, invece, piove,  il clima è umido e non si può fare asciugare l’indumento all’aria, su un termosifone o nell’asciugatrice, bisogna lavarlo anche solo dopo un solo utilizzo se è bagnato per evitare la formazione di muffe, batteri e cattivi odori.

In ogni caso bisogna effettuarne il lavaggio se l’accessorio è stato indossato “ intensivamente ” per 2 giorni anche senza averlo usato per asciugarsi, se è macchiato ( qualsiasi calore, solare o artificiale che sia, fissa le macchie e le rende più difficili da mandar via) o se puzza di umido o di fumo di sigaretta.

Come lavare l’accappatoio in lavatrice correttamente

Generalmente gli accappatoi da bagno sono fatti in spugna, cotone a nido d’ape e microfibra  e non si possono lavare tutti allo stesso modo, poiché ciascuno di questi materiali tessili ha caratteristiche diverse e richiede modalità di lavaggio differenti.

Di solito si può tranquillamente lavare l’accappatoio in lavatrice, ma è sempre bene controllare l’etichetta con le istruzioni di lavaggio presente sul capo ed attenersi scrupolosamente ad esse, specie se si tratta di tecnofibre e tessuti misti, per non causare eventuali danni evitabili se si ha questa accortezza.

In ogni caso è bene scegliere un accappatoio che possa essere lavato a 60°, temperatura necessaria all’eliminazione della maggior parte dei batteri e degli acari e all’uccisione delle cimici del materasso.

Non bisogna mai usare candeggina, dato che farebbe scolorire i capi colorati e ingiallire quelli bianchi e, una volta che sono stati rovinati dall’ipoclorito di sodio, si può solo tingere quelli stinti se il tessuto lo permette e tentare di riportare all’originario candore gli altri mettendoli a bagno in acqua calda e percarbonato se sono in spugna o di cotone.

Tieni sempre presente, però, che il percarbonato va usato solo su tessuti resistenti e in sinergia con un neutralizzante, tipo l’acido citrico.

Evita di mescolare aceto e bicarbonato o aceto e acido citrico, perché, oltre a perdere in efficacia se usati insieme, i mix di sostanze diverse potrebbero causare danni al cestello della lavatrice.

Olio essenziale e fiori di lavanda

Per mandare via i cattivi odori dall’accappatoio basta un buon lavaggio, ma, se vuoi  profumarlo, puoi aggiungere all’ultimo risciacquo qualche goccia di un profumo che non ti metti più o di olio essenziale di lavanda, di limone o di bergamotto.

Se l’accappatoio puzza particolarmente, mettilo a bagno per 1 ora in una soluzione di acqua e aceto bianco (1 cucchiaio di aceto per ogni litro di acqua) prima di lavarlo.

Fatte queste necessarie premesse, vediamo adesso come lavare il capo d’abbigliamento a seconda del materiale in cui è fatto.

Come lavare l’accappatoio di spugna

Accappatoio di spugna pulito e piegato

L’accappatoio in spugna, tessuto solitamente di cotone e creato con l’ordito di fondo e con quello a riccio, è quello più usato al mondo per  la ineguagliabile capacità di asciugare, ma è anche quello maggiormente soggetto a diventare rigido, perdere assorbenza, assumere odori sgradevoli e deteriorarsi in fretta se non lo si lava con determinate cautele e se non lo si fa asciugare bene.

Si deve lavare l’accappatoio di spugna in lavatrice ad una temperatura non superiore a 60° se è bianco o  a non più di 40° se è colorato.

È bene usare una quantità moderata di detersivo per delicati  liquido o in gel piuttosto che di uno in polvere ed effettuare 2 o 3 risciacqui invece che 1 solo in modo che non rimangano tracce del detergente tra i villi del tessuto che tendono a trattenerle.

Non adoperare un ammorbidente chimico, che creerebbe un sottile e untoso film sulla trama del tessuto che ne limiterebbe l’assorbenza e darebbe solo un’ effimera sensazione di morbidezza e usa al suo posto 4 cucchiai di aceto bianco, sostanza naturale al 100% che è anche anticalcare e ostacola il formarsi di cattivi odori.

Anche se i lavaggi a pieno carico sono a risparmio energetico, in questo caso è meglio non stipare il cestello della lavatrice ed evitare di centrifugare ad alta velocità, poiché a più di 100o giri i fori presenti sul tamburo della lavatrice potrebbero danneggiare il tessuto.

Per ammorbidire un accappatoio di spugna diventato rigido è ancora più efficace versare nella vaschetta dell’ammorbidente 100 ml di una soluzione di acido citrico e acqua (sciogli  75 g della sostanza naturale in 1/2 l di acqua e conserva quella che ti rimane in una bottiglia chiusa per i prossimi lavaggi).

Anche l’acido citrico agisce contro il calcare, principale responsabile assieme ai residui di detersivi dell’irrigidirsi della biancheria da bagno, ma, oltre a “ lavorare ”  maggiormente in profondità rispetto all’aceto, questo neutralizzante,efficace anche nell’igienizzare la lavatrice, è ancora più ecologico e inodore.

Se non vuoi usare un candeggiante per delicati nello stesso modo in cui va impiegato sulle lenzuola, per sbiancare un accappatoio di spugna ingiallito o ingrigito, fai così:

  • sciogli 1 tazza di bicarbonato (circa 240 g) in 5-6 litri di acqua;
  • immergici dentro l’indumento;
  • lascialo a bagno nella soluzione per non meno di 60 minuti, girandolo di tanto in tanto;
  • procedi al normale lavaggio.

Per rimuovere le macchie ostinate, fai una pastetta con bicarbonato e succo di limone, sfregala sulle parti interessate e lasciala agire per 30 minuti prima di lavare il capo in lavatrice.

Come lavare l’accappatoio a nido d’ape in cotone

Accappatoio bianco a nido d'ape piegato

Anche se il cotone a trama liscia è più resistente della spugna e solitamente sopporta temperature maggiori, nel caso dell’accappatoio a nido d’ape è  necessario avere particolari attenzioni.

Infatti questo tessuto, che ricorda le celle dell’alveare e che viene realizzato in 3 dimensioni per dargli compattezza e la massima capacità di assorbimento senza renderlo pesante ed ingombrante, tende a restringersi e a sbiadire se non se ne effettua l’adeguato lavaggio.

Tieni comunque presente che è normale che un capo in tessuto di cotone a nido d’ape si restringa al primo lavaggio, nonostante alcuni venditori sostengano il contrario, e, pertanto, ti consiglio di acquistarne sempre uno che ti vesta “ in abbondanza ”.

Per evitare che continui a restringersi e a perdere colore ai successivi lavaggi, fagli fare dei cicli in lavatrice (puoi usare un detersivo delicato liquido o in polvere a tuo piacere) a temperature non superiori a 40°.

Ti raccomando di  non andare oltre a tale temperatura per esperienza, dato che le poche volte che ho effettuato il lavaggio di accappatoi a nido d’ape con acqua più calda (poiché sull’etichetta erano indicati i 60°) si sono rimpiccioliti a tal punto da non poterli più indossare.

Per  mantenerlo morbido e piacevole al tatto, puoi usare un prodotto apposito o sostanze naturali come quelle indicate sopra, ma ti consiglio di non stirare mai un accappatoio a nido d’ape per evitare di appiattire la trama del tessuto e fargli perdere le sue peculiarità.

Come lavare l’accappatoio in microfibra

Accappatoio bluette di microfibra

L’accappatoio in microfibra è l’ideale per chi lo usa fuori casa e  per coloro che vogliono ottimizzare lo spazio in valigia ed  è anche di facile manutenzione e può essere lavato in lavatrice.

Essendo fatto in un tessuto artificiale, è meglio lavarlo a rovescio senza sovraccaricare il cestello, impostando un programma per tessuti sintetici alla temperatura di 30° e non superando gli 800 giri di centrifuga.

Come detergente e ammorbidente, va bene un detersivo delicato liquido e l’aceto bianco o quello fai da te ad uso domestico (vanno evitati gli ammorbidenti classici), mentre puoi mandare via le macchie dalla microfibra, pretrattandole con del sapone di Marsiglia asciutto, una pastetta di acqua e bicarbonato o uno smacchiatore specifico per il materiale.

Se l’accappatoio in microfibra puzza di muffa, fagli fare un prelavaggio  con 2 cucchiai di bicarbonato senza aggiungere detersivo e usando acqua fredda o tiepida e non quella calda che tende a fissare gli odori.

In ogni caso la microfibra non deve essere mai trattata con prodotti a base di cloro e con la candeggina, perché la rovinerebbero irrimediabilmente.

Come lavare un accappatoio nuovo

Quando si acquista un accappatoio, prima di usarlo lo si deve sottoporre a un preventivo lavaggio adatto al tessuto in cui è costruito, come si fa con la biancheria da letto e con  asciugamani e teli da bagno del resto, per igienizzarlo, eliminarne eventuali pelucchi, stabilizzarne i colori e anche per ammorbidirlo nel caso sia in cotone a nido d’ape.

Se devi lavare un accappatoio nuovo colorato, sottoponilo da solo a 1 ciclo preliminare con detersivo e aggiungi al risciacquo 1/2 bicchiere di aceto bianco per igienizzarlo, fargli scaricare eventuale tinta in eccesso e fissarne i colori.

Se devi lavare un accappatoio bianco in lavatrice, separalo sempre dai capi colorati e mettilo tranquillamente nel cestello assieme ad altri panni bianchi (per cui è indicato lo stesso tipo di lavaggio) anche se non è mai stato usato.

Per ammorbidire il tessuto dell’indumento nuovo, stabilizzarne i colori e cercare d’impedire che scarichino ai successivi lavaggi, è particolarmente efficace immergerlo, dopo avergli fatto fare un ciclo in lavatrice, in una soluzione preparata con 30 g di acido citrico per ogni l di acqua fredda e fargli fare un ammollo di 1 ora nella stessa prima di sciacquarlo e farlo asciugare.

Come asciugare l’accappatoio

L’accappatoio va fatto asciugare subito dopo averlo lavato e non va mai lasciato nel cestello della lavatrice da bagnato, poiché in tale caso si formerebbero sul tessuto odori sgradevoli, microbi e muffe e lo si dovrebbe sottoporre ad un ulteriore ciclo di lavaggio breve.

Il modo migliore per asciugare gli accappatoi in spugna di cotone  è farlo nell’asciugatrice, poiché l’aria calda e la rotazione generate dall’elettrodomestico provoca il rigonfiamento dei velli del tessuto e li rende voluminosi e soffici.

Inoltre l’asciugatrice, inoltre, eliminando le fibre più corte residue della lavorazione, ostacola la perdita dei pelucchi da parte del tessuto, ma è bene azionarla ad una temperatura non troppo alta per evitare che il calore lo secchi eccessivamente e per non rischiare di fargli perdere l’originaria forma.

Se non disponi dell’elettrodomestico, sistema l’accappatoio precedentemente centrifugato sullo stendino in senso orizzontale, come si fa con i capi in lana per non sformarli, e fallo asciugare lontano dalla diretta luce del sole per evitare che diventi rigido al tatto e sgradevole a contatto della pelle.

L’uso dell’asciugatrice non è consigliato se l’accappatoio è in cotone a nido d’ape o in microfibra per evitare che il calore lo possa fare restringere o scolorire.

In entrambi i casi bisogna lavare l’accappatoio e sottoporlo a centrifuga come indicato sopra per poi metterlo subito ad asciugare all’aperto, evitando di esporlo al sole se è colorato, dato che i raggi ultravioletti  “ stingono ”  i tessuti al pari dei tatuaggi.

Non è necessario stirare l’accappatoio, perché riprenderà da solo la sua forma se lo si appende a una gruccia o si eliminano le eventuali grinze, pressandole e stendendole con le mani, mentre lo si piega.

Per risparmiare spazio nell’armadio, si può piegare l’accappatoio arrotolandolo su sé stesso e legandolo con la sua cintura in modo che mantenga la forma senza aprirsi e ingombri il meno possibile.

 

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Credito foto intestazione: Pxfuel.com

Credito foto olio essenziale di lavanda: Marco Verch su licenza Creative Commons

Credito foto accappatoio di spugna: Pikist.com

Credito foto accappatoio a nido d’ape: Tessilhotel.com

Credito foto accappatoio in microfibra: Demona.it

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