Anche se la maggior parte delle persone non lo sa e la fa finire nello scarico del lavello, è possibile usare l’acqua di cottura della pasta in cucina, nel lavaggio dei piatti, per accrescere il proprio benessere e nel giardinaggio e adesso ti spiego come impiegarla a vantaggio dell’ambiente e del portafoglio ed evitare di sprecarla inutilmente.
Infatti, sebbene sia lungi da me volerti fare una capa tanta sulla necessità di consumare meno “ oro blu ” possibile per fronteggiare l’emergenza idrica resa ancora più problematica dall’attuale siccità, è un vero e proprio peccato non usufruire dell’amido e dei sali minerali contenuti non solo nell’acqua adoperata per lessare la pasta e il riso.
Ti devo far presente, però, che, anche se l’assunzione dell’acqua di cottura della pasta non fa male in linea generale e favorisce la sensibilità insulinica, bisogna astenersi dall’ingerirla se si è intolleranti al glutine o diabetici.
Anche se attualmente è “ di moda ” tra i salutisti sorseggiare a digiuno 1 tazza di acqua di cottura della pasta riscaldata e addolcita con sciroppo d’acero a scopo depurativo, io non lo faccio, poiché preferisco di gran lunga il classico bicchiere di acqua e limone assunto a stomaco vuoto, disintossicante più efficace e dal sapore maggiormente piacevole.
Premesso ciò, vediamo ora come riutilizzarla in pratica.
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Come usare l’acqua di cottura della pasta nei modi ottimali
Recuperare l’acqua di cottura della pasta per poi poterla usare all’occorrenza dopo averla mescolata è assai semplice.
Basta scolare la pasta cotta in uno scolapasta sistemato su una ciotola vuota in cui defluirà il liquido e lasciarlo raffreddare del tutto prima di travasarlo con un imbuto in bottiglie ben pulite da chiudere ermeticamente e conservare in frigorifero per 3 giorni o 1 settimana a seconda che lo si riutilizzi ad uso interno e topico o in altri modi.
Evita, comunque, di conservare l’acqua di cottura della pasta per più di 7 giorni, perché va a male facilmente con il passare del tempo, e non esitare a buttarla via qualora s’intorbidisca troppo e diventi eccessivamente densa.
Utilizzi in cucina
L’aggiunta di una modica quantità di quest’acqua ricca di amido è, senza ombra di dubbio, il non plus ultra per mantecare la stessa pasta e renderne i condimenti super cremosi ed omogenei.
L’acqua di cottura della pasta è pure assai valida nel legare salse e sughi dalla consistenza troppo densa o eccessivamente fluida senza correre il rischio che si “ squaglino ” e nell’essere impiegata come base di zuppe, vellutate e minestre.
La si può adoperare anche nell’ammollo dei legumi (ma non nella loro cottura) per favorirne la digeribilità, riutilizzare per cucinare al vapore ortaggi e pesce e per rendere soffici al massimo gli impasti lievitati di pane, focacce, pizze e torte rustiche.
In ogni caso, se vuoi usarla in cucina, devi tener conto del fatto che è già salata e regolarti di conseguenza nell’insaporire al minimo o per niente i piatti in cui la impieghi per evitare che risultino troppo sapidi.
Per lavare i piatti
Grazie alle sue proprietà sgrassanti e detergenti, l’acqua di cottura della pasta può essere impiegata al posto del detersivo per piatti se le stoviglie sono poco sporche o in aggiunta allo stesso nel caso siano particolarmente unte e incrostate.
Basta immergere i piatti e i bicchieri usati nella stessa, quando è ancora calda o dopo averla fatta riscaldare, attendere qualche minuto per darle il tempo di agire, passare una spugna pulita (e imbevuta di sapone in caso di sporco ostinato) sull’intera superficie delle stoviglie e sciacquare per ottenerle perfettamente pulite e splendenti.
Se preferisci usare la lavastoviglie, ti consiglio di far fare a piatti e pentolame il preventivo ammollo nell’acqua di cottura della pasta (calda anche in tal caso) per evitare di sprecare inutilmente dell’ulteriore acqua.
Usi a beneficio di piedi e capelli
L’acqua di cottura della pasta è un vecchio e assai efficace rimedio del tutto naturale e a costo zero usato dalle nonne per dar sollievo al mal di piedi e sgonfiare le estremità affaticate e doloranti e per dare brillantezza e rinvigorire capelli spenti ed indeboliti.
Nel primo caso basta farla intiepidire, sciogliervi dentro 2 cucchiai di sale grosso, aggiungere qualche goccia di tea tree oil e versarla in un catino o nel bidè in cui far fare ai piedi un rilassante e disinfiammatorio pediluvio di 15-20 minuti prima di asciugarli bene e passarvi sopra una crema idratante e lenitiva.
Nel secondo, invece, bisogna applicarla con uno spruzzatore sulla chioma asciutta ( aggiungendo qualche goccia di olio di cocco se i capelli sono molto secchi), massaggiarla con movimenti circolari dei polpastrelli delle dita e lasciarla in posa per almeno 1/2 ora in modo che amido e sali minerali possano penetrare nel capello e rinvigorirlo.
Poi ci si lava la testa con uno shampoo delicato, si applica il balsamo e si sciacqua bene e, , possibilmente, ancora con l’acqua di cottura usata prima, poiché, contenendo poco calcare, è assai indicata per il lavaggio della chioma.
Prima di provare questo rimedio fai da te ero alquanto scettica, ma, dato che i miei capelli sono diventati docili e luminosi fin dalla prima applicazione, ora non ne potrei più fare a meno.
Pertanto ti consiglio caldamente di usarlo se anche tu hai capelli opachi e aridi e vuoi ottenere risultati ottimali ed immediati.
Per fare la pasta di sale
Se ci sono dei bambini in casa e vuoi preparare con loro la pasta di sale, alternativa fai da te al pongo, puoi benissimo realizzarla con l’acqua di cottura della pasta, più adatta di quella del rubinetto, poiché la bollitura ne ha eliminato la maggior parte del calcare.
In tal caso fai l’impasto con 1 parte di acqua di cottura lasciata prima intiepidire, 2 parti di farina e togli 1 cucchiaino da quella di sale.
Per annaffiare le piante
L’acqua di cottura della pasta viene anche utilizzata per bagnare le piante da esterni e da interni, ma, dato che la si può riciclare in questo modo solo se è priva di sale e completamente raffreddata, ti sconsiglio di usala per annaffiare il tuo spazio verde a meno che tu debba o voglia abolire il sale per motivi di salute.
Del resto l’acqua di cottura della pasta può essere riciclata negli altri modi visti sopra e non mi sembra proprio il caso di costringersi a mangiare un piatto di spaghetti insipido solo per volerla usare a tutti i costi a questo scopo.
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Credito foto intestazione: Kate Ter Haar per Flickr.com
Credito foto fusilli nello scolapasta: Marco Verch su licenza Creative Commons
Credito foto ceci a bagno: Hilary Perkins per Flickr.com
Credito foto risciacquo di un piatto: peapod labs per Flickr.com
Credito foto bambina con ingredienti della pasta di sale: Jimmie Quick per Flickr.com