HomeCasaPulizie DomesticheCome pulire, sgrassare ed igienizzare le spugne da cucina

Come pulire, sgrassare ed igienizzare le spugne da cucina

Sapere come bisogna pulire, sgrassare e disinfettare le spugne da cucina nei modi corretti è fondamentale per evitare la contaminazione di ciò che si usa per la preparazione e il consumo dei cibi con cui entrano  in contatto.

Infatti, anche se non tutti lo sanno e può sembrare un paradosso che questi strumenti che utilizziamo per lavare piatti, pentole, macchinette del caffè, stoviglie varie e superfici possano  mettere a repentaglio la salute, le spugne di cucina costituiscono l’ habitat ideale di germi, batteri, spore e funghi a causa dei residui di cibo all’umidità presenti sulle stesse.

Secondo il famoso microbiologo e patologo americano Philip Tierno, « la cosa più sporca che può trovarsi in casa è la spugna per lavare i piatti, forse ancora più sporca del copri water o del cestino dell’immondizia ».

Lo Scientific Report, pubblicato nel 2017 su Nature e nel quale è stato analizzato il microbioma batterico e la microscopia confocale di spugne usate,  ha appurato che al loro interno è presente un alta concentrazione di Acinetobacter , Moraxella ,Chryseobacterium e di altri germi.

Altri studi scientifici, tra cui uno effettuato in Germania dai ricercatori dell’Università Furtwangen mediante analisi in laboratorio, hanno dimostrato che  l’ interno e la superficie dei tessuti spugnosi che comunemente usiamo in cucina possono arrivare a contenere lo stesso numero di microbi presente nelle feci.

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Come lavare un piatto con la spugna

Bisogna,quindi, prendere delle precauzioni, dato che le spugne di cucina possono essere colonizzate dai microrganismi nocivi sopra indicati, dallo Staphylococcus aureus, dalll’ Escherichia coli, dalla Salmonella  e dalla Moraxella osloensis (causa principale del cattivo odore spesso emanato dalle spugne).

Tali agenti patogeni possono provocare infezioni anche di una certa entità in chi è debilitato o immunodepresso, ma non c’è da allarmarsi troppo, poiché fortunatamente la maggior parte della carica batterica presente sulle spugne da cucina è innocua o neutralizzabile da un’ adeguata igienizzazione e da una  risposta immunitaria ben funzionante da parte dell’organismo.

Prendere delle precauzioni va bene, ma, dato che la convivenza dell’uomo con i batteri è una cosa normale,non si deve far diventare la sicurezza delle spugne di cucina una fissazione, come fanno alcuni “ malati di pulito ” di mia conoscenza che si rovinano la vita a forza di volersi tutelare dai germi ad ogni costo.

Ogni quanto cambiare le spugne da cucina e come usarle per evitare contaminazioni

Alcuni sostengono che bisogna sostituire le spugne ogni settimana, perché, secondo loro, pulirle serve a ben poco e si rischia perfino di peggiorare la situazione, dato che in genere gli agenti patogeni tendono a colonizzarle nuovamente, mentre altri consigliano di cambiarle 1 volta al mese se le si lava regolarmente.

Non essendo una microbiologa e non sapendo a chi dare retta, ho chiesto  a un amico medico specialista in virologia di darmi il suo parere e lui  mi ha consigliato di cambiarle ogni 15 giorni a patto di usarle e igienizzarle adeguatamente, ma ha anche precisato che bisogna sostituirle prima nel caso se quelle che si stanno adoperando siano usurate o danneggiate.

Il professionista, che è d’accordo con il dottor Tierno nel ritenere che la maggior parte delle persone non sa come usare e pulire le spugne da cucina nei modi corretti e le sciacqua solamente, raccomanda di sostituirle 2 volte al mese anche se appaiono integre e di non usare la medesima spugna per detergere stoviglie e pentolame e per lavare piani di lavoro, taglieri ed altre superfici presenti in cucina.

Per evitare possibili contaminazioni incrociate in cui i batteri vengono trasmessi da un alimento all’altro, suggerisce anche di utilizzarle con mani o con guanti puliti e di usare una spugna per lavare i piatti e un altra per  lavare taglieri, coltelli ed altri utensili entrati in contatto con carni crude.

Ovviamente, bisogna evitare nel modo più assoluto di rimuovere i grassi caduti sul pavimento con le spugne che si adoperano in cucina.

Spugne da cucina di colori diversi

È bene anche servirsi di una spugna differente per raccogliere liquidi e resti di cibo dai piani di lavoro e per igienizzarli e fare come me, che, su suggerimento del virologo, adopero spugne di un unico colore nel lavaggio di pentole e stoviglie per evitare di confonderle con quelle di colori diversi che uso in altri generi di pulizie.

Per facilitarne l’igienizzazione, fare in modo che non si rompano durante la sanificazione in lavastoviglie ed evitare d’inquinare quando sono esauste e le si devono buttare via, io uso per lavare i piatti spugne sottili in tessuto svedese, meno porose delle altre, più durature e biodegradabili.

Come pulire, sgrassare e sterilizzare le spugne da cucina

Anche se la maggioranza delle persone sciacqua  le spugne dopo averle usate o al massimo le lava con acqua e detersivo per piatti, è sbagliato farlo, perché sia l’acqua sia il sapone non sono in grado di uccidere i batteri, ma li “ lavano via ” solamente.

Per tale ragione, se si lavano gli oggetti che vanno a contatto del cibo in un lavello sudicio, senza prima aver igienizzato le mani o con una spugna sporca, non si fa altro altro che riempirli di germi invece di liberarli dagli stessi.

Pulizia ordinaria

Dopo ogni uso bisogna pulire bene la spugna da cucina con acqua e sapone per eliminare i resti di cibo e, dopo averla sciacquata, metterla in una soluzione di acqua calda e bicarbonato (1 cucchiaio di sale di sodio dell’acido carbonico per 1 tazza di acqua), lasciandola a bagno nella stessa per una ventina di minuti.

Al posto del bicarbonato è possibile usare succo di limone o aceto.

Se si deve sgrassare una spugna, si deve eliminare il “ grosso ” dell’unto con acqua calda e detersivo per piatti e poi metterla in ammollo per 1/2 ora in una miscela fatta con 250 ml di acqua bollente, 2 cucchiai di detersivo per piatti ( o di sapone di Marsiglia a scaglie o liquido) e 3 cucchiai di succo di limone prima di lavarla nuovamente.

In ogni caso, la cosa migliore da fare per evitare di ritrovarsi con spugne talmente “ impastate ” di grasso da essere difficili da pulire, è asportare la maggior parte dei residui di unto da stoviglie, pentole e padelle con della carta assorbente da eliminare nella spazzatura dopo averla usata.

Non sarà molto ecologico farlo, ma lo è ancora meno buttare nella raccolta indifferenziata una spugna non degradabile e inquinante diventata inutilizzabile anzitempo.

Per eliminare la muffa dalle spugne di cucina e disinfettarle volta per volta, le si può immergere per 30 minuti in acqua bollente alla quale sono state aggiunte 15 gocce di olio essenziale di tea tree  o in una  miscela di acqua bollente ed acqua ossigenata per poi sciacquarle, strizzarle accuratamente e farle asciugare all’aria.

Quando si devono mandare via i cattivi odori dalle spugne di cucina, il sistema più efficace che conosco per eliminarli consiste nel metterle a bagno dopo il lavaggio in una miscela preparata con 1 tazza di acqua fredda (quella calda tende a fissare gli odori oltre che le macchie), 1 cucchiaio di sale e 4 cucchiai di aceto.

Aceto per le pulizie profumato con bucce d'arancia

Io adopero aceto di vino rosso perché ha ottime proprietà deodoranti, ma, dato che il suo forte sentore può non essere gradito, si può usare quello di vino bianco, magari arricchito da scorze di agrumi per profumarlo, o quello di frutta ad uso pulente .

Nel caso che si usi l’aceto di frutta fatto in casa, bisogna poi sciacquarlo molto bene per eliminare lo zucchero e eventuali tracce di pesticidi contenuti nello stesso.

Si possono anche usare soluzioni di acqua e candeggina per ottenere entrambi gli scopi, ma io non lo faccio, poiché la varechina è altamente tossica e inquinante.

In ogni caso è necessario buttare via  le spugne dalle quali muffa e odore sgradevole (causato dalla presenza di germi) non vanno via del tutto o si riformano subito per non correre rischi per la salute.

Come fare asciugare le spugne da cucina

Se la corretta pulizia è importante, lo è anche fare asciugare le spugne da cucina nei modi idonei, poiché è proprio l’umidità a favorire lo sviluppo di microrganismi patogeni che, grazie ad essa e alla porosità di tali strumenti, si moltiplicano velocemente e raddoppiano di numero ogni 20 minuti.

Non si deve, quindi, lasciare sul lavello una spugna umida (in cui i batteri possono sopravvivere fino a 15 giorni), ma bisogna farla asciugare molto bene per uccidere gli agenti patogeni ed evitare di  disseminarli su ciò che va a contatto con gli alimenti che si consumano.

Dopo aver usato e lavato la spugna, occorre strizzarla accuratamente e farla asciugare del tutto all’aria e, possibilmente, sotto i raggi del sole dall’azione battericida prima di adoperarla di nuovo.

Se non è possibile metterla all’aria aperta, è bene appoggiarla su un portasapone e farla asciugare  in prossimità di una fonte di calore (come un termosifone acceso) e comunque non a diretto contatto del lavello, dove si potrebbe bagnare con facilità anche se non la si usa.

È consigliabile, inoltre, alternare l’uso di 2 o più spugne per permettere loro di asciugare completamente prima di essere riutilizzate.

Come sanificare ed igienizzare le spugne da cucina

Una o due volte alla settimana (a seconda dell’uso che se ne fa) bisogna effettuare una pulizia più profonda di questi strumenti, ma non è necessario usare prodotti chimici, poiché si possono sanificare e sterilizzare le spugne da cucina in modi naturali senza ricorrere a sostanze nocive e non sostenibili, che, oltre a tutto, sono meno efficaci nell’igienizzarle.

Infatti, secondo quanto è risultato da uno studio scientifico, condotto dall’ARS (Agricultural Research Service) in America del 2007 per stabilire quali sono i sistemi migliori per eliminare i germi che colonizzano le spugne, il trattamento nel microonde e il lavaggio in lavastoviglie sono in grado di uccidere il 99,9% degli agenti patogeni, mentre la candeggina ne riesce a distruggere dal 37% all’87 % (al pari del succo di limone non diluito, che, però, non è tossico).

Sterilizzazione nel microonde

Tazza messa sul piatto girevole del microonde

Per sterilizzare una spugna da cucina nel microonde, bisogna, per prima cosa, assicurarsi che non contenga elementi metallici e poi occorre:

  • metterla in una tazza sul piatto girevole dell’elettrodomestico e coprirla con dell’acqua;
  • azionare l’apparecchio alla massima potenza per 2 minuti;
  • aspettare che si raffreddi prima di strizzarla e adoperarla.

Se si vuole eseguire tale trattamento, è basilare non farlo con la spugna asciutta ed evitare di protrarlo per più di 4 minuti per non rischiare di provocare un incendio.

Anche attendere il raffreddamento della spugna è necessario per evitare di ustionarsi le mani maneggiandola.

È bene non mettere nel microonde spugne ammuffite, che potrebbero causare all’interno la comparsa di un tanfo persistente e difficile da mandare via con i rimedi solitamente utilizzati per deodorare il vano dell’elettrodomestico.

Sanificazione in lavastoviglie

Se non si dispone del microonde o le spugne sono realizzate in materiali inadatti ad essere messi nel forno ad onde elettromagnetiche, è possibile igienizzarle mettendole nello scomparto degli utensili in lavastoviglie e sottoponendole ad un ciclo di lavaggio seguito dall’asciugatura.

C’è da tener presente, però, che alcuni produttori di elettrodomestici sconsigliano di mettere le spugne nella lavapiatti, poiché, se alcune parti si staccassero durante il lavaggio, potrebbero intasare il filtro dell’apparecchio o causare danni al meccanismo.

Disinfezione per immersione

Un altro sistema per disinfettare le spugne usate su piatti e stoviglie è questo delle nonne:

  • le si  mette in una pentola;
  • si aggiunge acqua in quantità tale da coprirle completamente;
  • si porta ad ebollizione;
  • le si fa “ lessare ” per 5 minuti;
  • si spegne il fuoco e si aspetta che si raffreddino.

Si può anche sanificare le spugne da cucina con il vapore a 100°, efficacissimo pure nell’eliminazione dei parassiti, ma, affinché possa uccidere il il 99,9% di germi e virus, bisogna tenere l’ugello dell’apparecchio erogatore molto vicino alla superficie dell’utensile per almeno 30 secondi da una parte e 30 secondi dall’altra.

Occorre, quindi, fare molta attenzione a non ustionarsi quando si gira la spugna e lasciare che dopo il trattamento si raffreddi prima di strizzarla ed utilizzarla o metterla ad asciugare all’aria.

Se proprio si vuole usare la candeggina, si può immergere la spugna (sempre dopo averne effettuato il lavaggio) in una soluzione di acqua calda e varechina al 10% per 10 minuti, strizzandola 2-3 volte durante l’ammollo in modo che la miscela possa penetrare bene al suo interno e igienizzarla, prima di sciacquarla e strizzarla.

Donna con in mano spugna da cucina e detergente naturale

Devo dire, però, che questo sistema è meno efficace degli altri menzionati sopra e che, secondo me, ha poco senso usare candeggina e altri prodotti chimici nocivi quando è possibile lavare, sgrassare e disinfettare le spugne da cucina con sostanze e metodi del tutto naturali e che consentono di ottenere risultati migliori nell’evitarne il più possibile la contaminazione batterica.

Credito foto intestazione: https: Pxfuel.com

Credito foto lavaggio di un piatto: ryan lee per Flickr.com

Credito foto spugne colorate: Pikist.com

Credito foto aceto con bucce di arancia: Susy Morris per Flickr.com

Credito foto tazza sul piatto girevole del microonde: Dean DiSalvo per Flickr.com

Credito foto donna con spugna e detergente: nastya_gepp per Pixabay.com

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