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Proprietà benefiche delle pratoline e loro usi gastronomici e curativi

Principi curativi delle pratoline e in che modi adoperarle in cucina e come rimedio naturale per essere sani e belli.

Tutti noi conosciamo le margheritine di campo, i fiorellini del m’ama non m’ama diffusissimi negli spazi all’aperto dalla primavera all’autunno inoltrato, ma non tutti sanno che sono commestibili al pari di quelli dell’acacia e che fanno bene e, pertanto, ora ti spiego quali sono le innumerevoli proprietà benefiche delle pratoline e come usarle a vantaggio della propria salute e a costo zero.

Già dai tempi di Plinio il Vecchio le infiorescenze e le foglie della pianta spontanea Bellis perennis, il cui nome secondo alcuni deriva da “ bellus ” ( “ grazioso ”) e secondo altri da “ bellum ” (“ guerra ”) per le sua efficacia nel rimarginare le ferite, venivano utilizzate a scopo curativo dagli antichi Romani e tuttora sono impiegate in fitoterapia, omeopatia, cosmetica e farmaceutica.

Prima di elencarti le molteplici virtù terapeutiche delle margheritine, “ riscoperte ” nel Seicento dal medico e botanico inglese Nicholas Culpeper dopo secoli di oblio, ed i benefici derivanti dal consumo e dall’uso topico delle margheritine, devo farti presente che, sebbene sia possibile coltivarle, le spontanee che si trovano nei prati hanno proprietà officinali maggiori rispetto a quelle non selvatiche.

Proprietà curative delle pratoline

Le margheritine, i cui fiori sono attualmente oggetto di sperimentazione nel trattamento dell’ HIV, sono ricche di sostanze preziose per il benessere dell’intero organismo,tra cui tannini, mucillagini, saponine, oli essenziali e resine vegetali.

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Grazie a tali elementi terapeutici contenuti, la pratolina comune svolge azione:

  • disinfettante;
  • battericida;
  • analgesica;
  • antiflogistica;
  • drenante;
  • calmante della tosse;
  • antiemorragica;
  • depurativa;
  •  protettiva di fegato,reni e capillari;
  • antispasmodica;
  • lassativa;
  • rilassante;
  • oftalmica.

Pertanto, la versatile Bellis perennis, pianta officinale a tutti gli effetti e che, oltre ad essere particolarmente efficace nella cura di ferite da taglio, ustioni, contusioni, artrite, reumatismi e nel combattere insonnia, catarro, ipertensione e l’accumulo di acido urico nel sangue, può essere impiegata, a differenza dell’arnica, nella cura di tutti i tipi di traumi, come rimedio naturale contro vari disturbi e come ricostituente a primavera.

Ultimamente i fiori e le foglie della pianta officinale, con i quali la mia fitoterapeuta consiglia di preparare un infuso da utilizzare per facilitare la guarigione di ferite in bocca, vengono largamente impiegati nella produzione di cosmetici studiati per rassodare tessuti cutanei delicati, prevenire le smagliature ed alleviare couperose e rossori della pelle.

Non ci sono particolari controindicazioni all’uso interno ed esterno delle pratoline, ma bisogna assolutamente evitarne sia il consumo sia l’utilizzo topico se si è allergici alle Composite.

Come raccogliere le pratoline

Se riconoscere e trovare le margheritine selvatiche è assai facile, non tutti sanno come farne la raccolta corretta nel caso le si voglia usare in cucina o nella preparazione di rimedi fai da te.

Sebbene le pratoline fioriscano durante la maggior parte dell’anno, è bene coglierle durante il loro tempo balsamico, che va da fine marzo agli inizi di ottobre, per fare in modo che siano curative al massimo.

Vai a raccoglierle, ovviamente, in un luogo non inquinato e lontano da aree in cui si fa uso di pesticidi e fertilizzanti chimici, dalle 11 alle 16 in una bella giornata e mai quando piove.

Infatti sono piante eliotropiche che si orientano in direzione del sole e i cui fiori, particolarmente sensibili all’umidità, si chiudono “ a riccio ” se la stessa è elevata.

Per lo stesso motivo, evita di farlo al mattino presto, quando sono ancora bagnate di rugiada, o nel tardo pomeriggio, momento in cui i capolini reclinano e si chiudono progressivamente con l’avanzare dell’oscurità.

Se vuoi raccogliere solo le infiorescenze, preleva dalle piante unicamente i fiori sani e non attaccati dai parassiti e fai attenzione a non danneggiarle.

Nel caso ti servano anche le foglie, stacca dal suolo l’intera rosetta basale con l’aiuto di un coltellino, ma lascia le radici nel terreno affinché possa ricrescere.

Tieni comunque presente che le lame da taglio utilizzate nel giardinaggio vanno disinfettate prima e dopo l’uso per eliminare eventuali agenti patogeni presenti sulle stesse e che potrebbero essere trasmessi da pianta a pianta se non si prendesse tale precauzione.

Metti “ il raccolto ” in un cestino di vimini o in un sacchetto di carta e conservalo in vasi riempiti a metà di acqua fresca se si tratta di fiori.

Come utilizzare le pratoline a vantaggio del palato e della salute

È bene usare al più presto i fiori della Bellis perennis in cucina e nella preparazione di rimedi terapeutici, poiché, al pari di quelli della maggior parte delle piante curative, perdono inevitabilmente parte delle loro proprietà benefiche con il passare del tempo.

Usi in cucina

Insalata di ortaggi crudi con pratoline fresche

Mentre le infiorescenze aperte delle pratoline, simbolo di delicatezza ed eleganza, vengono utilizzate dagli chef prevalentemente per decorare e dare colore ai piatti e rendere le insalate raffinate ed originali, nella cucina popolare non solo se ne impiegano i fiori e le foglie, ma se ne conservano i boccioli sotto sale o sott’aceto per poi usarli alla stregua dei capperi.

Se si conoscono le erbe commestibili e piace andare a raccoglierle, si può preparare un’ottima e super salutare insalata con foglie giovani di pratolina, di tarassaco, di piantaggine e di pimpinella in parti uguali.

A tale superfood è anche possibile aggiungere delle violette selvatiche (anch’esse salutari ed usate dalle nonne per fare una prelibata confettura) e, volendo, la polpa di un avocado maturo ma non troppo prima di condirlo a piacere.

Qualora tu non sappia riconoscere le piante spontanee edibili, puoi comunque unire le margheritine alle normali insalate miste, ma non eccedere nella quantità, poiché le pratoline hanno un sapore “ piccantino ” e leggermente amarognolo che da piacevole può diventare eccessivamente forte se se ne usano troppe ( io ne adopero non più di 5-6 a porzione).

Con le foglie, inadatte a fare il pesto (al contrario di quelle del tarassaco), ma che possono  essere aggiunte a minestre e minestroni e consumate cotte assieme ad altre verdure, nel sud della Gran Bretagna si usa cucinare una particolare zuppa estiva di erbe di campo e della quale mi è stata data la ricetta da una conoscente di Brighton.

Si fanno cuocere nel brodo di gallina 4 patate, 60 g di foglie di pratolina, 150 g di quelle benefiche dell’ortica, si frulla il tutto, lo si lascia raffreddare e, dopo aver fatto riposare la zuppa in frigorifero per una trentina di minuti, la si suddivide in singole ciotole, si aggiunge 1 cucchiaio di panna al centro di ogni porzione, si mescola appena per ottenere un effetto cromatico multicolore e la si serve in tavola.

Anche i fiori possono essere aggiunti alle zuppe come “ spezia ”, ma pure in tal caso non bisogna esagerare per le ragioni viste sopra.

Foglie delle pratoline

In Liguria le foglie sono immancabili nel Prebuggiun, tipico mix di erbe selvatiche commestibili, che, dopo essere stato bollito, viene consumato condito con olio e limone o usato nella preparazione di torte di verdure e in quella dei pansoti assieme alla Prescinsêua.

Rimedi fai da te

Sebbene sia possibile essiccare le infiorescenze e le parti aeree delle pratoline nell’essiccatore o lasciandole disidratare naturalmente all’aria, disposte su un vassoio all’ombra e smuovendole spesso, gli erboristi consigliano di usarle a scopo curativo possibilmente quando sono freschissime, poiché appena colte sono più ricche di principi benefici.

Tisana e decotto di pratoline nelle rispettive tazze

I rimedi più utilizzati in fitoterapia sono la tisana di fiori e il decotto di foglie.

Tisana e decotto

La prima si prepara facendo scaldare 100 ml di acqua, aggiungendo 2-3 g di fiori all’ebollizione, spegnendo il fuoco subito dopo, coprendo l’infuso e lasciandolo riposare una decina di minuti prima di filtrarlo.

Per fare il decotto di foglie, invece, si deve portare a bollore 1/2 l di acqua, unire 25 g di foglie  lasciarle cuocere per 15 minuti a fuoco basso e poi filtrare la pozione ottenuta.

L’infuso e il decotto, che possono anche essere mischiati e che vanno assunti a piccoli sorsi, sono particolarmente indicati per combattere tosse, ipertensione, blefariti ed insonnia, per fare gargarismi contro il mal di gola, sciacqui cicatrizzanti delle ferite in bocca, impacchi a freddo decongestionanti degli occhi e del viso e lenitivi di scottature solari e spasmi muscolari.

Poiché la tisana di fiori, la cui applicazione sulla zona perioculare è efficace anche per attenuare le occhiaie, è disintossicante e ricostituente, è bene farla assumere dai bambini in primavera ed in autunno per depurarne e fortificarne l’organismo ai cambi di stagione, ma in tal caso bisogna dolcificarla con miele di acacia in modo che abbia un gusto piacevole per loro.

Pozione digestiva e analgesica dell’emicrania

Le infiorescenze, che in passato venivano lavate, tritate, messe su una garza e applicate su traumi, ferite e foruncoli, possono anche essere usate, assieme alle foglie ma senza le radici, per fare una pozione peptica e antalgica contro il mal di testa.

Si versa 1 l di vino bianco in un contenitore di vetro, si aggiungono 2 manciate di pratoline, si chiude ermeticamente e si lascia macerare 2 settimane al buio prima di filtrare la bevanda, trasferirla in una bottiglia, sempre di vetro e chiusa, ed assumerne 1 bicchierino all’occorrenza.

Pratoline messe a macerare in olio di oliva

Olio da massaggio

Se vuoi preparare un ottimo olio da massaggio che nutra in profondità la pelle e sia efficace nella prevenzione e la cura delle smagliature, puoi far macerare una manciata di capolini nell’olio extravergine di oliva spremuto a freddo per poi  filtrarlo ed usarlo nel giro di 2 giorni prima che vada a male a causa dell’umidità rilasciata dai fiori freschi.

Oleolito

Invece di comprarlo a caro prezzo, è possibile fare in casa l’oleolito di Bellis perennis, dalle  proprietà simili a quelle dello stesso rimedio fatto con la camomilla e cicatrizzante, elasticizzante, lenitivo ed anti-age impiegato ad uso esterno per favorire la guarigione dei lividi, la circolazione sanguigna degli arti inferiori, ridurre le rughe del viso e tonificare addome, collo, cosce e seno.

Preparare l’oleolito di pratoline è davvero semplice:

  • si fanno seccare 10 g di fiori sul calorifero o all’aria;
  • li si tritano;
  • si immergono in 1 l di olio di semi di arachidi o di vinaccioli;
  • si lascia riposare il miscuglio al buio per 3 settimane;
  • lo si filtra.

L’oleolito, che, al pari di quello ottenuto dai fiori dell’iperico, non va mai ingerito, deve essere conservato in una bottiglietta di vetro scuro chiusa e, se lo si tiene in un luogo lontano da fonti di calore, può rimanere inalterato anche per più di 1 anno.

Pare che l’infuso di foglie sia un repellente contro gli insetti, ma, non avendo mai utilizzato a tale scopo, non sono in grado di confermarne l’efficacia, mentre posso dire per esperienza che masticare i fiori accelera la guarigione delle afte in bocca.

Ora che sai quanto sono benefiche le pratoline e in che modi le si possono utilizzare in cucina e come rimedio e cosmetico naturale, avrai capito che vale proprio la pena raccoglierle quando le trovi in un luogo incontaminato.

Credito foto intestazione: Ragnhild&Neil Crawford per Flickr.com

Credito foto insalata: Lebemaja per Pixabay.com

Credito foglie di Bellis perennis: Corey Raymod per Flickr.com

Credito foto pratoline nell’olio: jlmoix per Pixabay.com

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