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Come rigenerare il silica gel per poterlo riutilizzare più volte

Visto che il tempaccio autunnale non vuol proprio demordere e mi costringe a casa, eccomi a postare ancora sul gel di silice: oggi ti spiego come rigenerare il silica gel esausto per 4-5 volte, facendolo disidratare col calore e permettergli in questo modo di riacquistare le proprietà igroscopiche in modo di poterlo usare ancora per eliminare l’umidità in armadi, cassetti, scatole, valigie e salvaguardare indumenti e oggetti vari che si trovano in casa.

Non mi piacciono gli sprechi e, seguendo i preziosi consigli che il produttore mi ha gentilmente dato tempo fa, riciclo spesso in modo rapido e facile questo versatile polimero del diossido di silicio, (SiO2)n, che è in sostanza silice colloidale, materiale poroso e inerte dalle ottime capacità assorbenti, che viene commercializzato sfuso e in bustine di diverse grammature.

Io compro il prodotto in entrambe le forme: il granulato costa meno e lo dispongo in ciotoline sul fondo degli armadi, mentre le buste sono più pratiche se devono essere sistemate in ripiani, scarpiere e cassetti per allontanare l’umidità dai capi ed accessori d’abbigliamento.

Ma, quando lo acquisto imbustato, scelgo quello con l’involucro in TNT (tessuto non tessuto) che è tranquillamente riciclabile, mentre non è possibile rigenerare le bustine in Tyvek (materiale che non lascia passare la minima quantità di polvere).

I sacchetti disidratanti in Tyvek sono ideali per preservare dai danni derivabili dal fenomeno di condensa le strumentazioni delicate e gli oggetti di particolare pregio) e l’unico modo per “riciclare” il gel di silice in essi contenuto è quello di tagliare l’involucro, estrarre le sferette e procedere al trattamento adatto al gel sfuso.

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Gel di silice saturo con indicatore di umidità virante al blu

Esistono in commercio anche bustine anti umidità con l’indicatore cromatico di saturazione e il silica gel colorato, la cui pigmentazione vira al blu quando, ormai intriso d’acqua, ha perso efficacia e devo ammettere che la rigenerazione è ancora più semplice ed è facilissimo capire quando il prodotto è ormai esausto e necessita di essere sottoposto al trattamento.

Ma lo adopero raramente e solo nella preparazione di arredi floreali secchi (essiccare i fiori col gel di silice permette di ottenere risultati sorprendenti e degni di un professionista), dato che quello esente da cobalto, sostanza altamente tossica e nociva per la salute, è piuttosto caro e, quindi, preferisco generalmente impiegare quello bianco negli altri usi.

Rigenero le bustine in TNT e il materiale sciolto unicamente con l’uso del microonde e, non avendo pratica del procedimento nel forno, se non possedete il piccolo elettrodomestico e volete ugualmente poter utilizzare ancora il gel di silice, vi rimando alla guida del produttore dove è presente anche un’utilissima tabella di riferimento per la rigenerazione nel normale forno di cucina.

Devo però dire che l’uso del forno va bene per bustine anti umidità con un contenuto di gel non superiore ai 5 grammi (le bustine di questo peso possono anche essere riattivate esponendole al sole o appoggiandole per 24 ore su un termosifone in funzione) e che, comunque, bisogna fare molta attenzione a non superare i 90° di calore massimo per evitare il rischio che l’involucro in TNT possa surriscaldarsi e prendere fuoco.

In ogni caso, anche se il forno a microonde a detta del produttore non innesca fenomeni di combustione, sarebbe preferibile usarlo a una temperatura non superiore ai 120° anche per fare in modo che i cristalli non si deteriorino rapidamente e perdano la capacità di assorbire l’umidità.

Infatti non si può riciclare il gel di silice quante volte si vuole, dato che perde progressivamente ad ogni trattamento un po’ delle proprietà igroscopiche e una rigenerazione a moderata temperatura, anche se ci si impiega maggior tempo, permette di poterlo riutilizzare più volte, dato che lo stress termico che ne provoca l’inevitabile deterioramento è molto minore.

Si può procedere allo stesso modo anche con il gel di silice sfuso (ho cominciato a servirmene l’anno passato, dato che costa meno e sono molto soddisfatta delle sue prestazioni), mettendolo nella carta assorbente da cucina.

La prima cosa da fare è prendere nota del peso della bustina (o dei granuli sciolti) quando è nuova e non è mai stata usata, o, in mancanza dell’appunto, consultare la sopracitata tabella che fornisce indicazioni sulla capacità di assorbimento a seconda del peso del silica gel.

Poi, una volta che la bustina è “all’opera” è bene pesarla di tanto in tanto: quando il suo peso sarà aumentato fino al punto di saturazione (vedi sempre tabella), non avrà più la capacità essiccante e dovrà venire rigenerata.

Io uso solitamente le bustine da 240 grammi e ne ottengo la completa disidratazione nel microonde in circa 15 minuti comprese le pause.

Non sapendo all’inizio che programma specifico usare, ho chiesto delucidazioni al proprietario del sito Silicagel, che mi ha prontamente e risposto in modo semplice e chiaro.

Copio e incollo l’email ricevuta, in quanto esaustiva:

« …., non esiste un programma specifico ed oggettivo da utilizzare, anche perché tali modalità cambiano da forno a forno.

Si suggerisce di impostare un programma con potenza medio-bassa.

E’ opportuno procedere in via cautelare per evitare un’eccessiva irradiazione delle bustine, che provocherebbe il rapido surriscaldamento dei cristalli, i quali diventerebbero subito roventi a causa dell’acqua in essi contenuta.

Tale alta temperatura raggiunta di colpo potrebbe danneggiare l’involucro della bustina.

Si consiglia, quindi, di utilizzare una potenza bassa, eventualmente poi incrementando via via fino a tarare la giusta efficacia.

Un buon sistema per valutare se le bustine si stanno effettivamente rigenerando è quello di appoggiarle su un piattino (sempre e comunque perché non vanno mai toccate con le mani, ci si può scottare) su cui si è preventivamente adagiato un foglio di carta assorbente.

Dopo due o tre minuti di irraggiamento nel forno a microonde, si ferma l’apparecchio ( che poi bisogna pulire con acqua e aceto) e , si apre lo sportello e con molta attenzione si sollevano le bustine (attenzione a non scottarsi, meglio usare dei guanti). Se sotto la bustina è già comparsa una chiazza di acqua che la carta ha assorbito, il processo di rigenerazione è in atto e si può continuare fino a quando la bustina non sarà ritornata al suo peso originario. »

Confermo la validità di questo sistema e del trucco carta assorbente e spero di esserti stata utile nello spiegarti come si fa a rigenerare il gel di silice in modo che tu possa usarlo molto più a lungo senza doverlo acquistare spesso e risparmiare non poco denaro.

 

Se l’umidità ti “affligge” e vuoi combatterla in modo efficace, dai un’occhiata anche a:

credit photo intestazione: Wikimedia.org by CC BY-SA 2.5

credit photo gel cangiante: Wikimedia.org by Trocknen

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11 Commenti

  1. Ho letto con molto ineresse il tuopost cosi dettagliato devo essere sincera ho sempre buttato via questi sacchetti una volta acquistato il prodotto,quindi ti ringrazio per i consigli su come riutilizzarli!ciao a presto 🙂

  2. Ma che post Interessante!Non sapevo l’esistenza di questo procedimento…ora visto l’ora non ho assimilato ben i passaggi ,ma domani penna alla mano non mi lascio scappae nulla.trovo molto utili i tuoi consigli.Grazie

  3. se devo essere sincera, non sapevo neanche che si potessero rigenerare queste bustine, ma voglio provare. Grazie per la tua spiegazione molto dettagliata.

  4. Non conoscevo questo trucco per rigenerare il silica gel o gel di silice, molto interessante, grazie di questo utilissimo post e complimenti è tutto spiegato benissimo!

    • salve non riesco a trovare un rivenditore di silice, ho solo trovato quello delle lettiere dei gatti è lo stesso?

      • Non credo sia lo stesso, ma non lo conosco affatto.Ti consiglio di chiedere e di cercare su internet al link del post sul silica gel: io l’ho comprato da loro sul negozio on line

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