HomeSaluteDiete e AlimentiIl salmone: proprietà e rischi

Il salmone: proprietà e rischi

Il salmone, fino a poco tempo fa veniva considerato un alimento riservato alle grandi occasioni, ma al giorno d’oggi è il protagonista assoluto tra gli stuzzichini per aperitivo e compare abitualmente sulle nostre tavole, dato che la maggior parte di quello reperibile in commercio proviene dagli allevamenti e viene venduto a prezzi ragionevoli.

Infatti quasi tutto il  cosiddetto “salmone dell’Atlantico“, o ” Salmo salar“, nasce e cresce prevalentemente in acquacoltura, che è aumentata del 400% negli ultimi 10 anni per far fronte alla domanda del mercato.

Gli stock naturali di salmone selvaggio dell’Atlantico, dell’Europa, del Mar Baltico e dell’America sono praticamente esauriti a causa di molteplici fattori ( tra cui lo sfruttamento senza regolamentazione, l’inquinamento, i cambiamenti climatici, il deterioramento degli habitat naturali, eccetera), tanto che in molte zone la specie è ormai estinta.

Solo in Alaska c’è abbondanza di questo pesce in natura e l‘allevamento del salmone è vietato dalla legge vigente.

Quindi, se sulla confezione non è indicato specificamente ” proveniente dall’Alaska” o “pescato in Alaska”, molto probabilmente si tratta di salmone d’allevamento.

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Il salmone fresco reperibile durante la stagione invernale proviene solitamente da acquacolture, in quanto la pesca del salmone viene praticata in primavera, estate ed autunno.

Il consumo di salmone fa bene, ma bisogna prendere delle precauzioni

Ultimamente medici e dietisti tessono le lodi della carne di salmone e ne raccomandano il consumo abituale.

In effetti, il salmone naturale rientra tra gli ingredienti indicati nella sana alimentazione per le caratteristiche nutrizionali che lo contraddistinguono: questo pesce, infatti, è  una delle maggiori fonti di grassi Omega 3 (grassi polinsaturi “essenziali” che devono essere apportati con il cibo, in quanto l’organismo umano non è in grado di sintetizzarli da solo) che tengono sotto controllo la pressione e il colesterolo, proteggono il sistema cardiocircolatorio, diminuiscono il rischio di trombosi ed ictus, combattono i radicali liberi e la depressione, aiutano a mantenere la pelle in salute e riducono le infiammazioni derivanti da varie forme di artrite.

E’ da considerare anche il fatto che 100 grammi di salmone fresco contengono solo 185 calorie e che, quindi, il consumo della sua carne, al pari di quella della trota che ne apporta 140 per 100 g, è indicato a coloro che seguono una dieta per buttare giù i chili di troppo.

Perché bisogna scegliere il salmone selvaggio dell’Alaska e non quello di allevamento

Ma il salmone di acquacoltura nasconde dei pericoli che, secondo me, è bene non trascurare: infatti, i pesci nelle gabbie vengono alimentati con mangimi contenenti anche disinfettanti, ormoni e antibiotici che possono avere effetti sulla salute dei consumatori o interferire con particolari terapie farmacologiche.

Inoltre, è da considerare che molto spesso vengono aggiunti coloranti al cibo per accentuare la colorazione della carne: l’Unione Europea  ha imposto un limite alla presenza di cantaxantina, colorante dannoso per la vista, nei mangimi destinati ai salmoni. d’itticoltura.

Il salmone non è certo un pesce “sostenibile” per l’Ambiente, in quanto gli allevamenti rigettano escrementi, mangimi e sostanze inquinanti nel mare; inoltre, per ottenere 1 chilo di salmone d’itticoltura, vengono impiegati dai 2 chili e mezzo ai 5 chili di pesce.

Salmoni affumicati a legna

Anche il salmone affumicato può nascondere insidie e l’affumicatura può essere di 2 tipi: la  tradizionale che prevede l’uso di legni come ginepro, lauro e rosmarino e quella ottenuta con procedimento chimico per dare artificialmente alla carne il caratteristico sapore di affumicato, senza sottoporre il salmone al più oneroso procedimento classico.

Per questo motivo bisogna prestare la massima attenzione all’etichetta del salmone affumicato e non lasciarsi trarre in inganno dalla dicitura “fumo”.

Consideriamo poi che anche il miglior salmone naturale  va mangiato non spesso, in quanto, essendo un pesce di grande dimensione, si trova in cima alla catena alimentare e che, di conseguenza, la sua carne contiene una quantità non trascurabile di mercurio (assai tossico ed adesso sostituito dal Galistan nei termometri) ed altri metalli pesanti nocivi per la salute.

Visti allora gli svantaggi del consumo di salmone d’allevamento, se proprio ci piace questo pesce, cerchiamo di consumare il salmone rosso dell’Alaska (che accumula meno inquinanti per il fatto che vive in media solo 4 anni e la sua alimentazione è prevalentemente vegetariana), reperibile in scatola e surgelato, che è una specie molto pregiata contenente un’ottima concentrazione di Omega 3 e di Astaxantina, sostanza 10 volte più efficace degli altri carotenoidi.

Ma, dato che il salmone d’allevamento non è per niente così salutare come ci dicono e il salmone selvaggio è a rischio estinzione e non certo a buon mercato, perché non sostituirlo con sgombri e con altre varietà di pesce azzurro, che oltre a essere economici, sostenibili e buoni da mangiare, sono ricchi di sostanze preziose e benefiche per mantenere o riacquistare la salute?

Non voglio certo demonizzare il consumo di salmone,  dico solo che non è tutto oro quello che luccica e suggerisco solo di non eccedere, credendo di “ rimpinzarsi ” di benefici: se si mangia salmone allevato o affumicato qualche volta non è poi un gran danno, basta che la cosa non sia abituale e che ci ricordiamo sempre che la parola salutare per eccellenza è…… moderazione.

Credit photo intestazione: Picjumbo.com

Credit photo salmone affumicato:  Filip Mishevski per Flickr.com

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7 Commenti

  1. Anche io sto facendo delle ricerche sul salmone, e concordo su ciò che hai scritto. Sinceramente mi sono stupita di leggere tante note negative, relative soprattutto al metodo di allevamento. L’informazione è importante!

  2. è hai ragione! sgombri e altro pesce azzurro sono buonissimi e preparabili in tanti modi…io ne mangio poco salmone, ma avevo notato la bizzarra colorazione di alcuni salmoni affumicati di certe marche e ne sono rimasta perplessa…..non potrei comprare quello a 50euro al chilo, ma riduco il consumo di quello affumato (??!) preparo magari il gravlax che è buonissimo, ma sempre di allevamento ahimè….. post utilissimo! bacioni cara

  3. Hai ragione sul fatto che si dovrebbe sempre fare attenzione alle etichette e io ammetto che, a volte, faccio degli acquisti un po’ superficiali più per fretta che per altro… Il salmone a me piace molto ma lo consumo con moderazione, perchè in casa non piace a tutti e non si possono sempre fare piatti diversi. Buono, però, sia affumicato che non.

  4. Mi è piaciuto molto questo post, interessantissimo come del resto tutto ciò che condividi.
    Dovrò limitare la consumazione di questo piatto prelibato, tendo a mangiarlo spesso.
    un abbraccio e grazie per le utili informazioni.

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