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Risparmiare sulla spesa alimentare con sottomarche e Private Label

Vediamo oggi come risparmiare sulla spesa al supermercato con i prodotti di primo prezzo di sottomarche e marche private, o Private Label.

Ho già scritto un post con i consigli per acquistare beni alimentari spendendo meno e senza rinunciare alla qualità, ma mi sembra utile anche spiegarti cosa sono e come valutare i prodotti di primo prezzo con questi marchi affinché tu possa trarre un reale vantaggio dalla loro convenienza senza rinunciare alla qualità degli alimenti e degli articoli per la cura della persona e della casa.

Cosa sono le sottomarche e le Private Label e come funzionano

Sottomarche e marche private non sono esattamente la stessa cosa.

Le prime sono generalmente marchi di una azienda leader con i quali vengono commercializzate linee secondarie di prodotti di qualità spesso inferiore e a prezzi più bassi rispetto a quelli principali per accaparrarsi fasce di mercato meno esigenti senza coinvolgere l’immagine del brand.

Invece con il termine marche private, oggi conosciute nel mondo come Private Label e in passato come White Label (etichette bianche), si indicano sostanzialmente prodotti realizzati da una azienda (” terziaria ” nel gergo degli addetti ai lavori) che vengono poi venduti con il marchio di un’altra società che li personalizza nel confezionamento, ne cura il marketing e li distribuisce.

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Si può risparmiare il 50% sulla spesaI prodotti di primo prezzo, dal costo più basso di tutte le categorie presenti nell’assortimento degli alimentari e dei beni di largo consumo di un supermercato, sono di solito prodotti sottomarca e Private Label che possono avere un costo inferiore anche del 50% rispetto all’articolo della stesso tipo che porta il marchio di una azienda di primo piano.

Le aziende che realizzano prodotti Private Label possono stipulare accordi commerciali con singole società della grande distribuzione o fornire contemporaneamente la loro merce a diversi concorrenti.

Il vantaggio che traggono gli acquirenti commerciali di marche private consiste principalmente nel non dovere sostenere il costo di impianti e di manodopera, mentre quello dei produttori è trovare uno sbocco certo e continuativo sul mercato nel caso di aziende piccole e di raggiungere fasce di consumatori meno esigenti se si tratta di aziende grandi e conosciute.

Per tale motivo negli ultimi anni anche le aziende leader hanno intensificato la produzione di beni alimentari e di largo consumo Private Label per la GDO (grande distribuzione organizzata) e per il fatto che in questo modo riescono ad ottimizzare le capacità produttive.

Ottimizzare le capacità produttive è un’ esigenza di tutte le realtà aziendali ed anche quelle piccole e medie di livello qualitativamente alto si stanno sempre più organizzando per avere uno sbocco diretto sul mercato finale senza dover sostenere costi di stoccaggio e distribuzione e stipulano accordi con le catene della grande distribuzione, offrendo prodotti di qualità eccellente a un costo ragionevole (intermedio tra il primo prezzo e quello applicato dalle società leader su un prodotto simile).

Ti spiego la logica che sta dietro a tutto questo con un esempio.

Se ho una capacità produttiva di 1000 beni, l’ideale sarebbe che io riuscissi a venderli tutti con il marchio del mio brand, ma attualmente riuscirci è un’impresa ardua e posso anche avere difficoltà di natura logistica e distributiva che in pratica riducono inevitabilmente il mio guadagno.

Se ne vendo solo 700, cosa ne faccio delle altre 300?

Ridurre la produzione non costituisce la soluzione ( fermare macchinari e operai avrebbe un costo quasi sempre proibitivo), mentre lo è stringere accordi con supermercati e discount per riuscire a “piazzare” i 300 prodotti in più che non riuscirei a vendere da sola senza affrontare spese di marketing e di pubblicità.

Ecco perché i prodotti con la marca del distributore, come ad esempio quelli che portano la dicitura Esselunga, Carrefour e Coop, conquistano sempre più spazio negli scaffali dei circa 27.000 punti vendita italiani di supermercati, ipermercati e hard discount (il volume di affari dei prodotti di primo prezzo ha raggiunto nel 2015 9,5 miliardi di euro su un totale di circa 52 miliardi di beni di largo consumo confezionati).

Come risparmiare al supermercato con sottomarche e marche private

Uno studio di Altro Consumo ha rilevato che una famiglia italiana media italiana può arrivare a risparmiare sulla spesa anche fino al 55% se si sceglie di mettere nel carrello prodotti con i marchi delle GDO, sottomarche e di primo prezzo.

I soldi che possiamo evitare di spendere sono davvero tanti, ma come risolvere il dilemma che si presenta a tutti noi quando ci chiediamo se facciamo bene ad acquistare un prodotto particolarmente conveniente o se vale la pena spendere di più e sceglierne uno di un marchio conosciuto?

C’è un solo modo per riuscire a risparmiare su quello che mangiamo ed adoperiamo abitualmente (come detersivi e cosmetici) senza rinunciare a qualità e sicurezza: avere la pazienza di leggere attentamente le etichette e fare dei confronti.

Per prima cosa ti consiglio di consultare la banca dati di ioleggoletichetta.it che riporta l’elenco dei prodotti realizzati da aziende leader per la grande distribuzione.

Burro di marca privata Pam

Verrai a conoscenza, ad esempio, del fatto che molta della pasta fresca ripiena e gli gnocchi con marchio Carrefour sono prodotti da Rana, l’Acqua Esselunga è la stessa della fonte Norda, il riso Carosio Lidl è realizzato da Curti.

Infatti, come ho scritto sopra, sono moltissime le aziende autorevoli e leader del mercato che realizzano prodotti che poi vengono venduti con i marchi della grande distribuzione ed è importante sapere a priori chi sono quelle che li producono per il brand del supermercato o dell’hard discount dove fai la spesa.

Quando hai individuato 2 prodotti simili dello stesso fabbricante puoi capire se quello della Private Label è uguale in termini di qualità a quello del marchio principale del produttore dall’etichetta e, precisamente, da 3 indicazioni riportate sulla stessa:

  • stabilimento di produzione;
  • ingredienti contenuti;
  • valori nutrizionali.

Clienti leggono i valori nutrizionali sull'etichetta di un prodotto alimentare

Per quello che riguarda la fabbrica di provenienza il controllo è facilissimo: basta assicurarti che lo stabilimento sia lo stesso.

Poi leggi quali sono gli ingredienti che sono indicati in ordine decrescente, da quello contenuto in quantità maggiore a quello presente in quantità minore.

Fai il confronto tra le etichette dei 2 prodotti e controlla se gli ingredienti sono gli stessi e contenuti nella stessa misura.

Infine confronta anche i valori nutrizionali.

Se i dati riportati sono identici con tutta probabilità si tratta dello stesso prodotto, anche se non si può averne l’assoluta certezza, visto che gli ingredienti contenuti potrebbero differire in termini di qualità della materia prima.

Ma, se anche i valori nutrizionali coincidono perfettamente, è ragionevole supporre che si tratti di prodotti gemelli.

Fai la stessa comparazione con il prodotto di sottomarca di un brand blasonato e il principale.

In questo caso è più facile che i 2 beni alimentari abbiano livelli di qualità diversi, ma non è detto, dato che, come scrivevo prima, saturare la capacità produttiva è una necessità imprescindibile per una azienda e non è raro che in periodi recessivi con flessioni del mercato il prodotto di marca e quello della sottomarca siano identici.

C’è anche da considerare il fatto che i prodotti di marca privata della grande distribuzione sono più controllati di quelli di una sottomarca, in quanto sottoposti al doppio controllo: quello interno del produttore e quello di supervisione del committente.

In ogni caso quando ti trovi difronte a 2 prodotti con contenuti e valori nutrizionali identici riportati sull’etichetta, il mio spassionato consiglio è quello di provare quello che costa meno, per poi continuare ad acquistalo se ti ha soddisfatto e, se in famiglia dovessero storcere il naso alla vista di una etichetta Private Label,… puoi sempre rimuoverla. 😉

Se ci si comporta in questo modo e si da la preferenza a prodotti di primo prezzo di marche private e sottomarche, è stato calcolato che una tipica famiglia italiana può tranquillamente risparmiare sulla spesa alimentare fatta al supermercato 1500 euro in un anno.

Se vuoi sapere come risparmiare nella vita di tutti i giorni, dai un’occhiata anche a:

Credit photo burro: F. Ceragioli for Wikimedia.org

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