Dato che pecorino e parmigiano grattugiati con una bella spolverata di pepe sono un condimento ideale non solo per la pasta, ma anche per il riso, oggi voglio proporti la ricetta del risotto cacio e pepe mantecato.
L’appetitosissimo primo piatto, oggi riscoperto degli italiani grazie ad Antonino Cannavacciuolo, il noto chef napoletano che ne ha divulgato la ricetta originale nel programma Cucine da Incubo, è di comune consumo nel Lazio, regione in cui è nato l’indovinato e antico abbinamento dei due prodotti della pastorizia con la spezia e dove viene consumato abitualmente.
Affinché il risotto cacio e pepe, che ha un tocco di classe in più rispetto alla pasta “ ingolosita ” con gli stessi formaggi e pepe nero ma preparata con una tecnica differente, riesca alla perfezione, bisogna usare un riso appropriato, come il Carnaroli , il Baldo, il Roma o il Vialone Nano, ed evitare di lavarlo in questo caso, perché la caratteristica patina farinosa dei chicchi permette loro di rimanere compatti durante la cottura.
Nella realizzazione del piatto va impiegato esclusivamente il “ cacio romano ” (pecorino tipico laziale), perché ha un gusto più deciso e saporito rispetto a quello del formaggio omonimo della Sardegna.
Alcuni usano mantecare il riso senza burro, usando al suo posto una dose maggiore di olio extravergine di oliva o della farina di riso sciolta in un po’ di acqua, ma mentre va bene farlo nei risotti di pesce, ti sconsiglio di adottare tale sistema in questo caso, perché il risultato è stato deludente quando ho provato a fare entrambe le sostituzioni per pura curiosità.
Quando esegui la mantecatura, fallo velocemente e aggiungi gli ingredienti nell’esatta sequenza indicata nella ricetta per fare in modo che s’incorporino perfettamente al risotto e lo rendano pastoso al punto giusto.
Esecuzione della ricetta: facile
Tempo occorrente: 10 minuti + 20 minuti di cottura
Costo: medio
Ingredienti per 4 persone:
350 g di riso Carnaroli (o di altra varietà adatta ai risotti)
60 g di pecorino romano
60 g di Parmigiano Reggiano
1 l di brodo di verdure
40 g di burro
olio extravergine di oliva q.b
pepe nero in grani q.b
sale q.b
Preparazione del risotto cacio e pepe senza soffritto secondo la ricetta della tradizione romana
Se non hai il brodo vegetale già pronto, preparalo al momento, facendo bollire per 1 ora circa in acqua salata, a fiamma bassa e con il coperchio, 1 cipolla, 1 pomodoro, 1 carota, 1 costa di sedano e qualche ciuffo di prezzemolo mondati, lavati e tagliati a tocchetti.
Se vuoi, aggiungi un pezzetto di crosta di parmigiano (ci sta benissimo nel brodo e lo insaporisce) e poi, trascorso il tempo di cottura, filtra al colino per eliminare gli ortaggi e le parti degli stessi rimasti a “ galleggiare ” nel liquido.
Metti il riso in una grossa casseruola antiaderente scaldata e, senza farlo soffriggere con la cipolla (cosa che si fa abitualmente, invece, nel cucinare i classici risotti) fallo tostare senza aggiungere grassi per 2-3 minuti, girandolo di continuo con il cucchiaio di legno per non farlo attaccare o bruciare.
Continua a cuocere per quindicina di minuti, aggiungendo il brodo poco alla volta, fino a quando sarà diventato al dente.
Poi leva la pentola dal fuoco e fai mantecare il riso nel seguente ordine: prima incorpora il burro e una macinata di pepe nero, poi il sale e l l’olio Evo e, infine il pecorino e il parmigiano appena grattugiati, unendo, se reputi che sia necessario per renderlo più cremoso e liscio (non devono assolutamente formarsi del grumi), ancora un po’ di brodo vegetale bollente.
Lascia riposare il tuo appetitoso riso mantecato con la crema di cacio e pepe nero per qualche minuto in modo che si possa insaporire bene e, infine, servilo in tavola ben caldo, accompagnandolo, possibilmente, con il Merlot dei Castelli Romani o un vino rosso fermo e leggero, come il Sangiovese, o uno bianco armonico e corposo, tipo il Gewürztraminer dell’Alto Adige.
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Credito foto intestazione: Luca Nebuloni per Flickr.com
Credito foto riso Carnaroli: Xavier Lastras for Flickr.com
Credito foto brodo filtrato: Joey Doll per Flickr.com