HomeRicetteBevandeSucco di melograno: come prepararlo facilmente ed assumerlo

Succo di melograno: come prepararlo facilmente ed assumerlo

Dopo aver scritto tempo fa un articolo sulle’ proprietà salutari del melograno, ho ricevuto parecchie email in cui mi si chiedeva come preparare facilmente il succo di melograno in casa e come consumarlo per poter usufruire appieno delle sostanze curative contenute nella bevanda.

Ho deciso, quindi, di scrivere questo post per indicarvi quello che, per esperienza, ritengo sia il metodo più valido e pratico per estrarre dal frutto della pianta Punica granatum il  benefico succo senza sprecarne una parte e nel minor tempo possibile e il modo ottimale di consumarlo, suggeritomi dal mio dietologo, per riuscire a sfruttarne al massimo i principi nutrizionali e favorire il benessere dell’intero organismo in modo concreto.

Delle molteplici proprietà benefiche del frutto ho già parlato nel post citato sopra (sono tutte contenute nella spremuta dello stesso ed è inutile che mi ripeta): vi consiglio di leggerlo, anche se in questa occasione citerò quelle di cui è più ricco l’estratto in forma liquida e puro al 100%, uno dei succhi naturali più benefici esistenti al mondo.

Potrete così rendervi conto del perché questa bevanda fosse giustamente considerata nel passato (gli antichi Egizi già usavano il melograno a scopi terapeutici e ne riciclavano la buccia, recuperandola nella produzione di un colorante particolare impiegato nella costruzione delle piramidi)  la ” panacea per tutti i mali ” e scoprire gli innumerevoli vantaggi per la salute che potrete trarre dal suo regolare consumo.

Preparazione del succo di melograno nel modo più pratico e veloce

Ebbene, fare il succo di melograno è facile, ma non esiste una ricetta del succo di melograno vera e propria, perché basta spremere gli arilli rossi del frutto, adottando alcuni accorgimenti semplici e pratici ed io lo preparo molto facilmente con il solo aiuto di un normale spremiagrumi: ci metto pochissimo tempo e…..nessuna fatica. 🙂

Compro i frutti ben maturi (bisogna assolutamente evitare l’acquisto di melagrane acerbe, dato che, una volta prelevate dall’albero, la maturazione si blocca inevitabilmente), di colore rosso vivo e sfumature gialle,  privi di macchie, spaccature e “dubbie lucidature” (ottenute con non si sa che cosa) e li conservo in frigorifero per una settimana o due al massimo.

I frutti si mantengono ben oltre, ma preferisco averli a disposizione sempre freschi in modo che non perdano parte delle caratteristiche organolettiche col trascorrere del tempo.

Per estrarre il succo taglio il melograno a metà e lo strizzo semplicemente con lo spremiagrumi (si può usare l’utensile manuale o quello elettrico), come si fa nella preparazione del succo d’arancia, e poi lo filtro col colino.

Certamente restano tracce della pellicina gialla interna, ma questa contiene delle sostanze nutritive preziose per la salute e a me non crea fastidio il suo gusto lievemente amarognolo.

Ho sempre spremuto il melograno per estrarne il succo, ma ho anche provato ad usare lo schiacciapatate e ad aprire il melograno con altri metodi consigliati su internet.

Dopo diversi esperimenti, rimango comunque dell’idea che la semplice spremuta di melograno sia il procedimento migliore e meno complicato rispetto ad altri a meno che non si disponga di un estrattore (come uso io l’apparecchio a questo scopo è spiegato nell’aggiornamento in basso).

Ma, se per caso volete provare ad aprire il melograno e separarne i chicchi dall’involucro in modo differente dal mio, vi consiglio di effettuare tale operazione sul lavandino di cucina, dato che è molto facile sporcare il piano di lavoro se il frutto è piuttosto maturo e succoso.

Il sugo di melograno macchia il piano di lavoro

Fate attenzione anche a proteggere i vestiti e a tenerli a debita distanza dagli arilli (i semi del frutto ricoperti dalla polpa rossa), perché le macchie di melograno sui tessuti sono indelebili.

Indossare i guanti per pulire il melograno

Consiglio anche d’indossare dei guanti di gomma monouso durante l’operazione, visto che le dita possono sporcarsi di rosso-violetto o assumere un colore giallastro (lasciato dalla pellicina) non propriamente estetico e difficile da mandar via dalla pelle. 😉

A fine post potete visionare un filmato con il metodo secondo me migliore per sbucciare il melograno, che potrebbe tornarvi utile anche in occasione di preparazioni culinarie che richiedono l’impiego dei chicchi interi.

L’uso dello schiacciapatate per fare il succo, anche se molti lo consigliano, è, a mio avviso, più laborioso di quanto possa sembrare, dato che dopo ogni pigiatura bisogna poi mescolare i semini per cercare di estrarre più liquido possibile senza sprecarlo.

Ieri ho spremuto 2 melagrane piuttosto grosse e con il mio semplice e rapido metodo che prevede l’uso dello spremiagrumi (o “strizzalimone“, come veniva chiamato dalle nonne) ho potuto ricavare un intero bicchiere di sugo da un solo frutto, mentre con la pressione nello schiacciapatate ho ottenuto la metà circa di liquido e….mettendoci più tempo e lavoro.

Sgranare il melograno con l’impiego dell’acqua è piuttosto comodo (i semi vanno a fondo, mentre le pellicine galleggiano e così risulta più facile eliminarle), non lo nego: ma nell’acqua resta anche parte del prezioso succo, che viene inevitabilmente perduto se si segue questo procedimento.

Alcune mie amiche sostengono di riuscire a risparmiare tempo col sistema di battere con il cucchiaio il dorso di metà melagrana: io ci ho provato, ma, sinceramente, se devo sgranare il frutto, trovo che per me sia più pratico dividerlo in spicchi ed estrarre gli arilli con l’aiuto delle sole mani.

Utensile di plastica apposito per sgranare e spremere il melograno

Altre persone di mia conoscenza, vere e proprie ” fan ” del frutto e solite preparare la bevanda in “quantità industriali” per tutta la famiglia, fanno uso abitualmente dello spremimelograno a leva o dello sgranatore apposito (quello in plastica inventato dagli israeliani) e mi hanno detto che non rinuncerebbero all’utensile per nessuna ragione al mondo.

Non mi si è ancora presentata l’occasione di provare entrambi gli attrezzi e non posso dare un mio giudizio obiettivo al momento attuale, ma ho intenzione di chiedere in prestito lo sgranatore per valutare se funziona davvero bene come dicono.

Devo  ammettere che sto anche facendo un “pensierino” sull’apparecchietto a leva manuale, visto che, oltre a potermi essere di grande aiuto (chi lo adopera dice che è eccezionale), l’oggetto ha una sua estetica, non è particolarmente costoso e starebbe benissimo nella mia cucina.

Estrattore a freddo per il melograno

Con il mio nuovo estrattore a freddo sto facendo esperimenti di tutti i tipi e ultimamente ho scoperto come si può riuscire a ricavare più succo dal frutto grazie all’uso dell’apparecchio.

Pur continuando a spremere il melograno senza l’estrattore come indicato sopra, dopo averlo fatto rovescio la pelle del frutto per estrarre gli arilli ” esausti ” dalle pellicine nelle quali sono imprigionati e li metto nell’apparecchio che li pressa, spremendoli ancora e meglio di come lo si può fare manualmente.

In questo modo non solo riesco a recuperare tutta quella parte di succo che andrebbe inevitabilmente persa, ma posso usufruire anche delle proprietà antitumorali e benefiche per la pelle della parte interna più dura degli arilli da cui viene estratto l’olio di melograno, tanto usato nell’industria cosmetica e farmaceutica perché ricco di sostanze capaci di contrastare varie patologie e l’invecchiamento dei tessuti.

Questo per il fatto che l’estrattore a freddo è in grado di spremere i semi, cosa che non può fare la normale centrifuga.

Chiaramente è possibile usare anche la centrifuga per ricavare più succo di melograno meccanicamente, ma il centrifugato è meno curativo dell’estratto a freddo e bisogna fare molta attenzione a non sporcarsi, perché, effettuando l’apparecchio dei giri velocissimi, oltre a surriscaldare rende possibile che il liquido, uscendo rapidamente, provochi degli schizzi.

Vi chiederete la ragione per la quale prima spremo il melograno a mano e poi ne passo i resti nell’estrattore e non uso direttamente l’apparecchio senza fare 2 passaggi: ve la spiego subito.

Fare il succo di melograno con l’estrattore è possibile (basta inserire gli arilli privati della pellicina nell’apparecchio ed azionarlo) e riesce benissimo, ma, facendo delle prove, ho verificato che con i 2 passaggi risparmio tempo.

Se avete una certa pratica nello sgranare il melograno e siete in grado di farlo velocemente o non vi importa di dover impiegare qualche minuto di più nella preparazione, allora potete benissimo adoperare solo l’estrattore: è solo una questione di preferenze ed esigenze personali.

Inoltre con l’estrattore è possibile preparare succhi misti di melograno e di altri frutti e ortaggi del tutto naturali, ricchi di proprietà benefiche e dal sapore delizioso, come quelli che si fanno con:

  • 1 melograno, 1 barbabietola, 1 pezzetto di zenzero fresco;
  • 1 melograno, 1 mela, 1 limone sbucciato;
  • 2 melograni, 1 lime, 1 pezzetto di zenzero fresco;
  • 1 melograno, 1 mela cotogna, poche foglie di indivia.

Ho trovato questi abbinamenti e dosaggi sul libro ” Gli estratti della salute ” (lo si trova su Macrolibrarsi o su Il Giardino dei Libri), li ho provati tutti e, dato che mi sono piaciti moltissimo, ormai li consumo abitualmente, usufruendo, oltre che del piacere dato dalla loro assunzione, anche dei benefici per l’organismo ottenuti dall’azione sinergica delle sostanze preziose per il benessere dell’intero organismo contenute nei vari vegetali presenti nelle bibite suindicate.

Mi è stato chiesto più volte come deve essere conservato il succo, ma anche se è possibile mantenerlo, in contenitori di vetro chiusi ermeticamente in frigorifero per tre giorni al massimo o in freezer per 3 mesi.

Devo fare però presente che non ha molto senso conservare il succo di melograno fatto in casa, perché è meglio consumarlo subito, come vedremo in seguito, per il fatto che perde man mano di efficacia curativa con il passare del tempo e molte sostanze preziose vengono inevitabilmente distrutte a causa della progressiva ossidazione.

Io, quando ne faccio troppo e dispongo di tempo, preferisco utilizzare immediatamente quello in eccesso ( assieme, ovviamente, ad altro succo) nella preparazione di un sorbetto gustoso e salutare, che i miei nipotini adorano e “spazzolano via ” in un battibaleno, piuttosto che tenerlo inutilizzato per ore ed ore nel frigo.

Penso, a questo punto, di avervi dato tutte le indicazioni possibili per preparare il succo di melagrana in modo semplice e rapido e non voglio annoiarvi nel fare l’elenco di altri metodi estrattivi dei quali ho verificato la poca utilità e che ritengo complicati e per niente pratici.

Come assumere il succo di melograno e le proprietà curative

Per poter usufruire appieno dei benefici del melograno, consumo la bevanda naturale quasi tutti i giorni nel periodo dell’anno in cui il frutto è reperibile (consideriamo anche il fatto che i mesi di maturazione sono differenti al nord e al sud e che il mercato, ormai divenuto globale, offre prodotti di entrambe le provenienze…….allungandone la stagione 🙂 ), assumendo anche, come scrivevo prima, i rimasugli della pellicina interna, di colore giallastro e ricchissima di sostanze curative e preziose per la salute.

Arilli maturi al punto giusto e pellicina interna del melograno

Assumo la mia ormai immancabile spremuta di melograno la mattina, a digiuno e a temperatura ambiente, distanziandola dalla prima colazione di circa mezz’ora (per una “cura completa ” consiglio d’iniziare la giornata con un pasto un a base di crema Budwig, alimento completo e nutrizionalmente equilibrato).

Consumo il succo con regolarità e devo proprio dire che avverto sensibilmente i benefici che ne derivano.

Consiglio di bere subito la spremuta di melograno appena fatta in modo da trarne il maggior vantaggio possibile per la salute e, comunque, di consumarla entro la giornata di preparazione: in questo caso aggiungo un po’ di succo di limone per evitare che cambi colore e si ossidi col passare delle ore.

La  spremuta è utilissima per rimediare ai peccati di gola: va sorseggiata, da sola e sempre a digiuno, la mattina dopo gli “stravizi” per sfruttarne al massimo l’efficacia.  🙂

Calorie e effetti collaterali del succo di melograno

Anche se 100 grammi di polpa contengono solo 63 calorie, non è bene eccedere nel quantitativo, in quanto si sono verificati casi di insonnia e aumento delle palpitazioni cardiache in seguito a un sovra dosaggio della bevanda.

Teniamo anche presente il fatto che che l’assunzione di questo frutto inibisce l’azione dei farmaci antiaritmici (utilizzati in medicina per prevenire e curare le irregolarità del ritmo cardiaco).

Se  non si tollerano i sapori acri e, a maggior ragione, se si soffre di colite e diverticolite (in caso di tali disturbi, bisogna assolutamente evitare l’ingestione dei semi), si deve filtrare il liquido al colino per eliminare eventuali chicchi e pellicine rimaste.

L’estratto fresco di melograno è anche un ottimo antibatterico contro lo streptococcus mutans (responsabile della formazione di carie nei denti) ed è consigliabile impiegarlo giornalmente nell’igiene orale  per favorire l’eliminazione della placca batterica.

Passare il nucleo interno del melograno su dentatura e gengive è di grande aiuto nella prevenzione della piorrea.

Ottimo tonico per la pelle, questo frutto miracoloso ha proprietà anti-age, emollienti, astringenti e lenitive: i semi della melagrana contengono l’acido polinsaturo Omega 5 ( acido punicico, o tricosanico ), rigenerante dell’epidermide in generale e del cuoio capelluto.

Non butto via la buccia dopo aver preparato il succo, ma la taglio a pezzetti e la faccio essiccare per poi utilizzarla nella preparazione di tisane efficaci in caso di dissenteria, in quanto la scorza, ricca di tannino, possiede proprietà astringenti, antibatteriche e vermifughe (il decotto di buccia di melagrana è anche utile contro la Tenia Solium, il cosiddetto ” verme solitario “).

L’infuso di foglie è indicato in fitoterapia come antispasmodico ed è benefico per la salute della gola e del cavo orale: non buttatele nella spazzatura, ma fatele essiccare per poi poterne fare uso all’occorrenza.

Attualmente il succo di melagrana ( o “Punica Granatum“), che Ippocrate già raccomandava contro  la febbre e come tonico efficace in molteplici malattie,  è stato ” scoperto ” da medici ed esperti della nutrizione e sul mercato sono ormai presenti concentrati in pillole ed estratti liquidi in bottiglia disponibili tutto l’anno.

Io preferisco di gran lunga il succo fresco fatto in casa, del tutto naturale e molto più ricco di principi curativi, ma, nel caso se ne decidesse il consumo per praticità, è meglio controllare accuratamente le composizioni di questi preparati (peraltro piuttosto costosi), assicurandosi che non contengano zucchero od altre sostanze aggiunte e che la percentuale di succo puro non sia inferiore al 90 per cento (fuori stagione ho comprato talvolta questo succo di melograno in bottiglia e ne sono rimasta soddisfatta).

E’ bene quindi approfittare della melagrana fresca, vero e proprio dono della Natura in questa stagione, quando si può usufruire appieno dei benefici apportati da tannini, mucillagini, flavonoidi, quercitina, sali minerali, vitamine (dei gruppi A B C K ed E), acidi (tra cui il prezioso ellagico), fitonutrienti ed altre sostanze altamente salutari contenute in questo frutto e nel suo succo miracoloso, che non dovrebbe mai mancare in un regime di sana alimentazione.

Preferiamo l’assunzione nature, in quanto preparazioni derivate, come la gelatina e la confettura di melagrana, pur avendo ottime proprietà nutrizionali, perdono una gran parte delle caratteristiche organolettiche e curative a causa della lunga cottura che ne provoca la neutralizzazione.

Lo sapevate che un bicchiere di succo di melograno contiene il 40% del fabbisogno giornaliero di vitamina C e una quantità di tannini (e, quindi, di flavonoidi ) 3 volte superiore a quella del tè verde?

Credit photo bicchiere di spremuta di melagrana: Flickr.com by Annurca

Credit photo melograno sezionato in 2 parti: Pxhere.com

Credit photo: arilli rossi e cartilagine amara interna: Pxhere.com

Credit photo bibita di melograno: Pxhere.com

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34 Commenti

  1. grazie x il bellissimo articolo. Oggi ho fatto il succo con 3 melograni grossi dell’albero di mio fratello…buonissimo ..Una parte la consumeremo subito e una bottiglietta provo a congelarla…Vediamo..ti farò sapere…ciao Laura

    • Ottima idea, Laura, e grazie a te. E’ molto meglio congelare il succo di melograno per fare in modo che le sostanze preziose non si perdano come succederebbe con la pastorizzazione.

  2. Io vorrei sapere se si può conservare il succo di melograno nelle bottigliette di aperitivo e falli bollire a bagno Maria . E quale sono le dose di succo, acqua, e zucchero. e se il prodotto prima di metterlo nelle bottigliette va bollito ho messo a freddo.? Grazie

    • Non l’ho mai fatto, perché,secondo me,si perdono sostanze preziose per l’organismo.Piuttosto ti consiglio di congelare il succo.

  3. Ciao Franci,cosa intendi per nucleo sulle gengive,io sono alla continua ricerca di metodi naturali per tutto ciò che riguarda alimentazione e cura di noi stessi……..grazie per il bell’articolo sul succo della melograna. Saluti Tommy

  4. qualcuno sa dirmi se si può fare aceto di melograno?? come si fa??grazie per le belle notizie da voi divulgate

    • Ciao Vittorino e grazie per la visita.Io, per adesso, non ho ancora fatto l’aceto di melograno, ma una mia amica lo fa e mi ha dato il procedimento con 2 melagrane e 7,50 decilitri di aceto di vino bianco.Mettere i chicchi senza residui vari di pellicine e buccia in un contenitore di vetro a chiusura ermetica e poi versarvi sopra l’aceto.Richiudere il contenitore e lasciare il tutto a macerare per 15 giorni.Quindi si filtra l’aceto di melograno con un colino, lo si mette in un altro contenitore a chiusura ermetica e lo si conserva al fresco e al buio.Se lo fai, dimmi come ti è venuto, per favore 🙂

  5. Io ho spremuto e colato i melograni. Poi, ho imbottigliato il succo. I primi due giorni era anche bevibile, dopo ha cominciato ad assumere un odore pessimo.
    Secondo voi è meglio usare melograni molto o poco maturi? È meglio conservarlo e consumarlo subito?

    • Buongiorno Alberto.Il succo di melograno si conserva poco, in quanto tende ad ossidare.Io uso, preferibilmente, melograni maturi, ma se non ce ne sono…adopero anche quelli non maturissimi 🙂

  6. Mi chiedo come fai a spremere il melograno e filtrare il melograno, forse intendevi la melagrana visto che il melograno è la pianta che la produce.
    Suggerimenti comunque interessanti.
    Cordialità
    Gianni

    • Ciao Gianni e grazie della visita.In italiano si può comunque scrivere melograno o melagrana per nominare il frutto 🙂

  7. posso bere il succo di melograno al mattino a digiuno o durante la giornata a prescindere? Fatemi sapere grazie mille

    • Ciao Maaria.Io lo bevo al mattino a digiuno in quanto è disintossicante.Poi aspetto 15 20 minuti prima di fare la colazione.Ma anche durante il giorno, anche se è meno efficace, fa sempre un gran bene 🙂

  8. ho visto adesso il filmato: personalmente uso melagrane che hanno già una fessura (segno di maturazione sulla pianta) e oltre ad asportare la parte alta porto via anche la parte bassa, poi apro il frutto dove è fessurato ed infine schiccolo spremendo con lo schiaccia patate che effettivamente richiede tempo, forza e pazienza .

  9. abito in centro Toscana e nel mini giardino ho una pianta che da una ventina d’anni fa dei frutti dolcissimi ed abbondanti a differenza delle piante dei vicini. Con questa faccio la cura intensiva da metà settembre ai primi di novembre cogliendo i frutti appena si spaccano. Quando ne maturano molti li conservo in frigo e da un paio d’anni ho iniziato anche a schiccolarli e metterli in freezer per poterli consumare in inverno insieme allo Yogurt naturale (ovviamente sputando i semi). Temendo che la pianta prima o poi mi secchi, per la prossima primavera ho messo da parte dei semi, perché cercherò assolutamente farli germogliare. Grazie delle informazioni

  10. Buongiorno Giancarlo.
    Mi dispiace non poter fornire suggerimenti, in quanto non ho piante di melograno e non m’intendo della sua coltivazione.
    Bisognerebbe chiedere a un agronomo.
    Grazie della visita e buon anno. 🙂

  11. grazie per le erudite notizie io ho 4 piante da 6anni provenienti da polloni laterali del mnelograno della sinagoga di casale Monferrato ma non fanno ne fiori ne frutti attendo suggeriment i grazie giancarlo

  12. Grazie Giuseppe.
    Capisco e apprezzo, ma ci vuole tempo che ,noi donne, purtroppo non abbiamo mai.
    Ma..grazie ancora: il suo succo è vero Zen 🙂

  13. Io invece, il succo lo estraggo in modo più “pignolesco”, snocciolando con pazienza tutti i grani, poi li introduco a manciate in uno schiacciapatate ed ottengo un succo delizioso, gustoso e gradevole. Cosi facendo, si evita il sapore amarognolo delle pellicine, oltremodo si possono anche premere le melagrane selvatiche (che sono povere di zucchero) e possono essere bevute tranquilamente.

  14. Grazie Rino della visita e mi fa piacere che il post ti sia piaciuto.Dell’annona so veramente poco.Sono andata in giro su Internet e a proposito c’è poco.A Milazzo c’è una coltivazione e molte piante sono in Calabria.Io l’ho vista qualche volta a un banco di primizie al mercato.Pare abbia proprietà antitumorali e sia un frutto nutrizionalmente validissimo, dal sapore delicato e sembra che sia antitumorale.Ma di più, al momento, non so.La prossima volta che la vedo la compro e nel frattempo cerco materiale.Se non si tratta solo di una moda, farò senz’altro un post a proposito.
    Grazie ancora e torna a trovarmi 🙂

  15. Ho trovato molto interessante l’articolo, complimenti . Mi farebbe piacere conoscere altri articoli sull’argomento. E se potete recuperare qualcosa sul frutto denominato “annona” grazie

  16. Per spremerlo ho usato la centrifuga …… fantastico e non bisogna neppure passarlo al colino.

  17. post più che esaustivo! io lo amo ma lo consumo di rado che pigrizia in verità. Non ho mai spremuto questo frutto, ma voglio provare a farlo, grazie per le dritte! un bacione

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