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Sbiancare la lana ingiallita e farla tornare come nuova

Indossare maglie, abiti, pantaloni, giacche, cappotti e accessori di abbigliamento in lana dal colore bianco immacolato è piacevole, estetico ed elegante, ma tale materiale tende facilmente a ingiallire o a ingrigire nel tempo per diverse cause, che vanno dall’inquinamento all’esposizione ai fattori atmosferici e ai ripetuti lavaggi, al calore, ai raggi solari, etc.

Come è possibile fare ritornare perfettamente candidi i capi bianchi in lana ingialliti o che hanno assunto una colorazione grigiastra?

Te lo spiego in questo post, ma devo innanzitutto avvisarti che devi agire tempestivamente e mettere in pratica i miei consigli prima che l’alterazione del colore sia diventata permanente, fissandosi nelle fibre del tessuto naturale.

Questo vale in particolare per le macchie gialle, mentre l’ “ appannamento ” e l’ingrigimento del tessuto sono meno ostici e più facili da mandare via anche se non tratti il capo subito dopo averne notato la comparsa.

Come fare tornare bianca e brillante la lana chiara ingiallita o diventata grigia

La prima cosa da fare è controllare che il capo sia trattabile con acqua, leggendo l’etichetta con le istruzioni per il lavaggio: se non lo è, come spesso succede per i capi spalla in lana, rivolgiti il prima possibile a una buona lavanderia che possa pulirlo a secco e farlo tornare come nuovo prima che assuma definitivamente un aspetto di colore “avorio ” o dalle sfumature ambrate.

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Se, invece, l’indumento è lavabile ad acqua, puoi prendertene cura personalmente e trattarlo con alcuni rimedi naturali o con prodotti chimici appositi, ma anche in questo caso ti consiglio di agire appena ti accorgi che ha perso la lucentezza del colore e lo stesso inizia ad assumere una tonalità appannata dai toni giallognoli.

Tali rimedi sono efficaci sia che si tratti di lana bianca sia nel caso che i capi in tale tessuto abbiano colori chiari.

Il procedimento migliore a base di prodotti naturali è, secondo me,  quello che seguiva mia nonna e che consiste nel fare questo:

  • si prendono 2 o 3 limoni (a seconda della dimensione del capo) li si taglia in due, li si spreme e ne si filtra il succo.
  • Si trasferisce il succo ottenuto in un catino pieno di acqua fredda o, se il capo lo consente, appena tiepida.
  • Si immerge l’indumento da sbiancare nella soluzione, facendo in modo che sia completamente inzuppato nella stessa.
  • Si lascia agire 60-120 minuti, smuovendolo di tanto in tanto, prima di procedere al normale lavaggio con un detergente delicato adatto alla lana.

L’acido del succo di limone agisce sulle zone ingiallite, o diventate grigie, con gradualità e senza rovinare la trama del tessuto.

Se la lana non è tornata completamente candida e lucente dopo il trattamento, puoi ripetere il bagno acidulo anche per 3-4 volte.

Una bottiglia di latte è sufficiente per candeggiare un golf e ammorbidirlo

Un altro valido rimedio tra quelli conosciuti dalle nonne consiste nell’immersione completa del capo in latte a temperatura ambiente per circa 1 ora, per poi procedere al solito lavaggio delicato.

Il latte è anche un buon ammorbidente e, se gli aggiungi qualche goccia di acqua ossigenata, ne aumenterai il potere sbiancante.

Puoi anche usare la sola acqua ossigenata a 30-40 volumi al posto del latte: in questo caso puoi mettere a bagno il capo in una miscela composta da 2 cucchiai di acqua ossigenata diluito in 3 litri di acqua e di lasciarlo in ammollo nello sbiancante fai da te per 60 minuti prima di passare al lavaggio.

Alcuni prolungano l’ammollo degli indumenti fino a 24 ore, ma, dato che la lana deve stare a bagno il meno possibile per evitarne l’infeltrimento come giustamente sostiene l’esperta proprietaria della mia lavanderia a secco, io evito di farlo e lascio immerso nella soluzione il capo in lana da candeggiare per non più di 1 ora.

Puoi anche fare passare più tempo, ma la professionista raccomanda di non lasciare a bagno capi in lana oltre le 3-4 ore.

Saponi di Marsiglia naturali fatti artigianalmente

Un altro sistema che ritengo utile per ridare brillantezza alla lana e riportarla al suo colore originario consiste nell’aggiungere del bicarbonato o delle scaglie di sapone di Marsiglia naturale (quello ottenuto da oli vegetali e non da scarti della macellazione di animali) al lavaggio, entrambi molto efficaci nel ravvivare il bianco.

Evita i sistemi “empirici” per candeggiare tessuti in lana che si trovano talvolta sul web (come l’uso della cenere, peraltro poco pratico e non indicato per la lana) e non adoperare assolutamente percarbonato e candeggina come molti consigliano.

Il primo è uno sbiancante ecologico per bucato efficacissimo nel candeggio di tessuti bianchi resistenti ( come quello delle lenzuola di cotone), ma non è indicato per tessuti colorati e delicati come lana e seta.

La seconda, oltre ad essere inquinante e troppo aggressiva per la lana, provoca a lungo andare ingiallimento (anche a chiazze), specie se il capo viene fatto asciugare al sole.

Le macchie gialle di candeggina sono difficilissime da mandare via e spesso indelebili e non mi sembra proprio il caso di rischiare di rendere inutilizzabile un indumento anche se in un primo tempo lo si è riuscito a rendere apparentemente candido (la varechina è uno sbiancante ottico che “ nasconde ” alla vista l’ingiallimento).

Questi che ti ho elencato sono i sistemi che ritengo più efficaci per rivitalizzare la lana e schiarirla con sostanze naturali, ma ci sono anche prodotti chimici studiati appositamente e mirati a tale scopo.

Molto probabilmente conoscerai già lo Sbiancalana dell’Omino Bianco, piuttosto efficace ma da non usare in presenza di cuciture o altri motivi colorati per il fatto che li sbiadirebbe.

Ultimamente ho provato un altro prodotto, uscito da poco e sempre dell’Omino Bianco, il Bianco Vivo in gel che ho trovato ancora più valido nel ridonare candore a capi di vestiario in lana, seta, fibre sintetiche e pizzo, rispettando i tessuti e rendendoli più luminosi.

Il gel Bianco Vivo deve essere usato seuendo le istruzioni ripoertate sulla confezione

L’additivo, la cui formula è arricchita di agenti sbiancanti attivi e che non contiene candeggina, agisce già a 20° e deve essere impiegato seguendo scrupolosamente le istruzioni per l’uso riportate sulla confezione.

L’unico inconveniente di questo gel è, a mio avviso, il sentore non molto gradevole che si avverte mentre lo si usa, ma non lo si può certo considerare un cattivo odore nel vero senso della parola e ho appurato che va via completamente una volta che il capo trattato è ormai asciugato del tutto.

Il prodotto esiste anche in caps per la lavatrice, ma io, preferendo sempre lavare a mano i tessuti delicati, non l’ho provato e non posso, quindi, esprimere un giudizio su tale versione.

Un altro additivo sbiancante, utile per riportare al loro candore iniziale i capi bianchi in lana e in tessuti da trattare con cautela, è lo Sbianca della Nuncas: agisce anch’esso a freddo, rimuovendo le “ cellule morte ” della trama e gli aloni, disgregando eventuali macchie e dando alle fibre tessili ossigeno attivo.

Ti potrà sembrare strano, ma anche il bianco stinge e tende a sbiadire e, per evitare che questo succeda i chimici che hanno ideato il prodotto lo hanno  potenziato di agenti in grado di far tornale a splendere la lana in tutto il suo candore.

Naturalmente il trattamento sbiancante non deve essere fatto ad ogni lavaggio di un capo in lana, ma di tanto in tanto quando ti accorgi che non è più candido, che il colore tende ad appannarsi e ad assumere toni tendenti al giallo o al grigio e che è il caso di “ ridargli vita ”.

Il corretto lavaggio della lana è molto importante per mantenerla morbida e come nuova a lungo ed evitare che infeltrisca e ti consiglio di adottare i seguenti accorgimenti:

  • lava il capo a mano in acqua fredda o, al massimo, appena tiepida e mantienila a temperatura costante anche durante il risciacquo;
  • usa un detersivo apposito per lana e tessuti delicati e moderane la quantità;
  • non sfregare con forza il tessuto e tienilo a bagno il meno possibile;
  • sciacqua l’indumento accuratamente e più volte per eliminare i residui del detergente impiegato e non torcerlo.

L’ultimo risciacquo, in cui di impiega solitamente acqua addizionata di 1 cucchiaio di aceto bianco, va fatto con sola acqua nel caso che l’ingiallimento non sia andato via del tutto per evitare  che l’aceto, ravvivante dei colori, lo fissi nella trama del tessuto.

Anche l’asciugatura è importante: non usare assolutamente l’asciugatrice, evita la centrifuga, elimina l’acqua in eccesso avvolgendo il capo lavato in un grosso telo di spugna asciutto e poi fallo asciugare stendendolo in piano lontano dai raggi del sole e da altre fonti di calore per evitare che si slabbri, infeltrisca e assuma una colorazione giallognola.

Stirare la lana, e il cachemire in particolar modo, non è l’ideale, soprattutto quando non è tornata perfettamente candida con il lavaggio (il caldo del ferro fissa le macchie e, di conseguenza, anche ingiallimenti e toni grigiastri).

Adotta uno degli accorgimenti più efficaci per evitare l’uso del ferro da stiro, spianando di tanto in tanto pieghe e grinze col palmo della mano durante l’asciugatura.

Quando il capo sarà completamente asciutto, elimina eventuali pelucchi con la spazzolina cardatrice o con quella apposita dotata di carta adesiva: in questo modo la lana tornerà perfettamente candida, luminosa e sembrerà come nuova.

Se vuoi imparare a prenderti cura del tuo vestiario nei modi giusti, dai un’occhiata anche a:

  • Come lavare i calzini per farli durare a lungo ed evitare di spaiarli
  • Come ottenere uno smacchiatore fai da te, naturale, economico ed efficace per mandare via gli antiestetici aloni lasciati dal sudore sulle stoffe
  • Cosa usare per eliminare con successo le macchie di muffa dai vari tessuti

Credit photo intestazione: Wikimedia.org by Lorenzo Belenguer

Credit photo bottiglia di latte: Pixabay.com

Credit photo sapone di Marsiglia: Pixabay.com

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