Il cappello di Panama, o Panamà, mio copricapo preferito da sempre, ha un fascino del tutto particolare che lo rende famoso in tutto il mondo.
Ho già scritto un post sulla manutenzione e pulizia del cappello di Panama e ora vorrei arricchire l’argomento facendone una breve recensione e storia e cercando di chiarire alcuni dubbi che mi sono stati esposti per email dai lettori.
Innanzitutto questo cappello non è nato a Panama e non deve essere confuso con il sombrero pintado che è il tradizionale copricapo panamense, solitamente indossato con la falda frontale rivolta all’insù.
Il cosiddetto cappello di Panama è da sempre prodotto in Ecuador, in prevalenza nelle zone di Montecristi e Jipijapa nella provincia di Manabì e viene commercializzato principalmente a Cuenca, sempre in Ecuador.
La manifattura, sebbene in minor quantità, viene fatta anche in Messico, a Bècal, piccolo centro dello stato di Campeche.
Il cappello di Panama, conosciuto anche come jipijapa (dal nome della cittadina ecuadoregna), è fatto di “Paglia Toquilla” (che è la foglia di una palma nana, la Carludovica palmata), fibra che viene intrecciata esclusivamente a mano con segreti e “trucchi” di lavorazione che gli artigiani locali si tramandano di generazione in generazione.
Il prezzo base è di 10 dollari, ma alcuni manufatti unici, molto particolari ed esclusivi, possono arrivare a 5000 dollari.
La particolare manifattura delle foglie essiccate della palma veniva eseguita già nel 1500, ai tempi dell’invasione spagnola dell’Ecuador ad opera di Francisco Pizarro, quando i conqustadores videro che la popolazione autoctona portava cappelli fatti con una lavorazione “a velo” ( tocas ).
Ma è nel 1800 e nel 1900 che l’uso del cappello di Panama si espande a livello mondiale e la moda d’indossarlo si espande a macchia d’olio sia in America che in Europa.
Quando, nel 1913, il presidente degli Stati Uniti Theodore Roosevelt presenziò all’inaugurazione del Canale di Panama, gli fu regalato questo cappello e lui, ignorandone la vera provenienza, ringraziò chi gliene aveva fatto dono, chiamandolo ” cappello di Panama”.
Le foto di Roosevelt con indosso questo copricapo fecero il giro del mondo e la fama del cappello salì alle stelle.
Grandi estimatori del Panama hat furono Humphrey Bogart, Richard Nixon, Jaqueline Kennedy, Winston Churchill, Ernest Hemingway, Mick Jagger, Sean Connery….ma i personaggi famosi immortalati con questo cappello sono centinaia e centinaia.
E…come dimenticare Truman Capote nel ritiro ischitano con l’immancabile cappello appoggiato sul tavolino del caffè all’aperto di Forio?
Ai giorni nostri il fascino del Panama è rimasto intatto, confermandosi accessorio moda di tendenza, unisex, di classe e nello stesso tempo easy, di facile portabilità e semplice nella sua eleganza.
Il cappello di Panama è stato nominato Patrimonio Immateriale dell’Umanità dall’Unesco nel dicembre 2012 a Quito.
Concordo con te, questo cappello ha un suo fascino particolare 🙂
Non conoscevo tutta la sua storia, che bella!
questo tipo di cappello mi ha sempre affascinato, io lo adoro. Romanzesco e cinematografico
Io in Estate non potrei mai farne a meno, dato che sono dall’insolazione facile. La mia salvezza! 🙂
Mia madre adora questi cappelli, io un pochino di meno, non mi stanno granche!
ma grazie di questo post… che storia dietro questo cappello!!!!
i cappelli mi piacciono molto c’è stato un periodo della mia vita che li indossavo sempre dal semplice berretto, al caschetto e tanti altri