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Come utilizzare la cima avanzata

Ho già  pubblicato su questo blog la ricetta della cimma  genovese ed oggi voglio dirti quali sono i modi migliori per  riciclare la cima avanzata e il suo brodo di cottura, dato che, quando si fa la buonissima ma laboriosa specialità ligure, la si prepara in gran quantità e capita sovente di non consumarla tutta.

Dato che la Pasqua si sta avvicinando ( quest’anno, oltre alla cima farò le uova “ pulcinate ”, le lattughe ripiene in brodo, la torta pasqualina e i cestelli di pasta dolce con dentro le uova sode) e che la cima è un piatto classico di queste feste e di quelle del Natale, penso che sapere come presentarla in tavola in veste nuova e come usare il suo saporito liquido di cottura ti possa essere utile se anche tu la vuoi preparare e te ne dovesse avanzare.

Come presentare in tavola la cima avanzata e il suo brodo in golosi modi diversi

La cima si conserva per alcuni giorni in frigorifero, ma, se ci siamo stancati di mangiarla nature, possiamo benissimo “camuffarla ” o accompagnarla ad alimenti diversi.

Ecco come la possiamo riciclare:

  • Il riciclo classico che si  fa in Liguria è la cima fritta, ottimo espediente per “rinnovarla ”: si taglia a fettine alte 1 centimetro circa, si passa nell’uovo sbattuto e nel pane grattugiato, quindi si  frigge in olio di oliva caldo per pochi minuti, in modo da non farla seccare, poi si adagia su carta da cucina e si tampona per eliminare la maggior parte di unto e…si serve. 🙂 La cima fritta è ottima anche fredda, aggiustando di sale se è necessario.
  • La cima in gelatina è un altro buon riciclo: si taglia la cimma sempre a fette, si fa la gelatina seguendo le istruzioni indicate sulla confezione, la si incorpora alla cima, guarnendo con cetriolini, giardiniera, cipolline e sottaceti a piacere e si fa raffreddare in frigorifero.
  • La cima in insalata è un altro modo per presentarla “ diversamente ”: io la taglio a quadretti e l’accompagno a insalatina mista tenera, alla misticanza e alla scarola. Anche il sedano e le carote grattugiate costituiscono un buon accostamento per la cima alla genovese.
  • La cima ripiena in brodo può essere considerata un sostanzioso piatto unico a tutti gli effetti ed è rapidissima da preparare: si taglia la cima a quadretti o a striscioline, si prepara il brodo, si unisce il tutto, si porta a bollore e…fatto. 🙂 Io aggiungo anche erbette o carciofi lessati e spolvero con abbondante parmigiano grattugiato.
  • Il panino con la cima e le verdure crude o cotte ( indicatissime sono le bietole e la scarola) può costituire un pranzo di mezzogiorno veloce diverso e più sano di quelli che consumiamo solitamente al bar.
  • E’ anche possibile congelare la cima, ma bisogna comunque consumarla nel giro di un mese e mezzo al massimo.Io l’ho congelata varie volte, ma devo dire in onestà che “ perde ” dopo lo scongelamento e allora, se la conservo nel freezer, poi la friggo.

Il brodo di cima non va assolutamente buttato via e lo si può congelare tranquillamente per 12 settimane: è ottimo coi tortellini e coi tipici Maccheroni di Natale, ma si può adoperare per tutte le minestre che richiedono l’impiego di un un buon brodo.

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Se non si è abituati al suo gusto delicato, lo si può rinforzare con un po’ di estratto di carne, ma…gli intenditori non lo fanno, poiché “ al naturale ” è davvero squisito.

E, ora che abbiamo visto come riciclare la cima alla genovese e il suo brodo, se decidiamo di cucinarla facciamone una un po’ più grossa del necessario, perché…la fatica è la stessa.

 

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